È più forte di lui. Aveva detto che ci stava pensando e che una vittoria di Bonaccini avrebbe fatto fuori il segretario regionale Barbagallo e avrebbe spalancato le porte di una nuova candidatura a sindaco di Catania. Bonaccini ha perso e quindi tutto lasciava pensare a una definitiva rinuncia. Elui, invece, quasi dispettoso annuncia comunque la sua candidatura. Il suo nuovo slogan? "Catania lo vuole" che tanto ricorda l'inno di guerra dei crociati che dovevano sterminare i musulmani '"Dio lo vuole". Con la differenza che Bianco Catania l'ha già sterminata portandola al dissesto finanziario come da sentenze della Corte dei conti. E così l'inno di gioia del mio amico Matteo Iannitti sulla ritrovata unità della sinistra si è già spento. Ma Bianco non è di sinistra diranno i duri e puri. Forse è anche vero, anzi è senz’altro vero (basta ricordare la sua provenienza Partito repubblicano prima e Margherita poi), ma i voti che prenderà, e li prenderà, non li avrà di certo dal centrodestra. E così distruggerà per la sua smisurata ambizione personale anche quelle poche speranze che il centro sinistra unito, ma solo per pochi giorni grazie a Bianco, ha di vincere. Il Pd farà l’accordo con i Cinque stelle e non sarà certo lui il prescelto. Insomma si prepara a fare uno sgarbo bello e buono al suo nemico, per sua ammissione, segretario Anthony Barbagallo. E se invece fosse proprio questo il motivo della sua candidatura? Far perdere il candidato, o la candidata, della Schlein e farle segnare la prima pesante sconfitta elettorale per poter poi dire “con me avrebbero vinto”. Fantapolitica? Può essere ma a pensar male… Pensavo che andasse in pensione e lo avevo anche scritto, ma niente non si arrende. Ed è libero di farlo. "Glielo chiedono i catanesi", come se per lui fosse un sacrificio. E Bianco, colpo di genio, ma solo il suo di genio, dichiara anche che si presenta con una lista civica perché “i catanesi glielo chiedono” e i partiti? “Massimo rispetto per i partiti che dovrebbero tutti unirsi nel bene di Catania” sotto la sua guida perché lui è l’unto dal Signore. Ma senza aureola, almeno per il momento. E mai l’avrà. Ma lui, in verità, non avrebbe voluto candidarsi, “sono i catanesi che glielo chiedono”. Di solito succede il contrario e cioè si fa una forte coalizione per vincere e poi tutti insieme si sceglie il candidato migliore. E Bianco, ovviamente, nella sua infinita grandezza crede, anzi ne è convinto di essere lui il migliore di tutti. Tanto al di sopra delle parti da sbeffeggiare anche Monsignor Renna che nel suo appello per Catania aveva detto tra le tante cose, parlando delle amministrative “E ’urgente che si mettano in campo scelte politiche lungimiranti e di alto profilo nella competenza e nella moralità perché la nebbia che avvolge Catania si possa diradare e la città possa rialzarsi e stare in piedi”. E aveva applaudito convinto (ma per finta) a queste parole come tanti altri del resto. E sì perchè, caro Enzo Bianco, dal punto di vista della moralità tu ancora qualche caricuccio pendente (penale) e condanne, sia pure non ancor definitive, della Corte dei conti ce l’hai. E non pensare che i catanesi abbiano dimenticato. E se lo hanno dimenticato noi, e non solo noi, faremo in modo di ricordarglielo. “Me lo chiedono i catanesi”. A noi caro Bianco più che uno slogan di vittoria sembra già un alibi da sbandierare in caso di sconfitta. “Io non volevo, me le lo hanno chiesto i catanesi”. E quindi dopo Lanfranco Zappalà, l’avvocato Lipera ecco anche Enzo Bianco. Adesso si aspettano i nomi dei centrodestra e centrosinistra. Si entra nel vivo e la partenza, nel rispetto di tutti, non è delle migliori. Per Catania.