La faccia tosta non ha limiti. In modo particolare quella di Cateno De Luca, il trombato brianzolo. Vai sulla sua pagina Facebook per vedere le sue reazioni al tonfo elettorale alle suppletive di Monza (si votava per il seggio al Senato che era di Silvio Belusconi) e ci accorgiamo che invece di stare zitto, come situazione imponeva, annuncia gaudente al suo popolo, popolino in questo caso non per qualità ma per quantità, “Siamo arrivati terzi”. Come a dire medaglia di bronzo, peccato però che nelle elezioni non conta nemmeno il secondo posto. Lui invece annuncia il terzo posto. Quanti voti? Poco più di 2.000, percentuale 1,76 per cento. In pratica, per capirci meglio, nella graduatoria il suo nome non compare se non alla voce “altri”. Detto questo vorremmo proprio capire perché uno come Cateno De Luca si presenta alle elezioni per un posto in senato nel collegio di Monza. “Vogliamo riprenderci quello che Marta Fascina ci ha tolto in Sicilia”, aveva detto in un primo momento, ma poi anche lui si è reso conto che della elezione della Fascina non potevano essere incolpati né i brianzoli né tanto meno i siciliani ma solo una legge elettorale perversa. Allora ci ha provato mettendo in giro la voce che Galliani, è stato lui a vincere le elezioni col centrodestra, a campionato di calcio finito avrebbe venduto il Monza a investitori stranieri. Una fake news stile Fabrizio Corona con l’intento di ingraziarsi gli ultrà del Monza. Anche questo esperimento come si può ben vedere è miseramente naufragato. Allora nei giorni finali il colpo di genio. Riesce a farsi ricevere “nientepocodimenoche” da Umberto Bossi ex, ma molto ex, capo della Lega e che oggi conta, politicamente parlando, quando il due di bastoni quando la briscola è a spade. Nulla, anche se sulla carta è pur sempre il presidente onorario della Lega. E incontrato Bossi con tanto di fotografia riesce anche a dire con entusiasmo “Roma ladrona” lo slogan che fece la fortuna dello stesso Bossi e di Beppe Grillo. Roba da preistoria politicamente parlando. “Quando io partecipo a una competizione lo faccio per vincere”. Abituato nel triangolo Messina Fiumedinisi Taormina si è dovuto un momentino montare la testa e ha toccato con mano che a livello nazionale vale poco più di zero. E allora dopo la scoppola del Palazzo dei Congressi a Taormina, dopo il caso spazzatura non risolto ma addirittura peggiorato, dopo le strade che si allagano al primo spruzzo d’acqua, adesso Cateno De Luca torni ad occuparsi di Taormina. La città ha bisogno di un sindaco e non di uno sceriffo armato di pistole fumanti e pronte a far fuoco. I taorminesi scontenti (e pentiti) aumentano ogni giorno di più. Dovrebbe cominciare a pensare meno alla sua immagine, ma a come risolvere i problemi della città. Ancora può recuperare. Difficile da credere, ma non si sa mai.