Sorrisi e nasi rossi, la clownerie un balsamo per l’anima. Quando l’umorismo e la leggerezza possono trasformare vita e ambienti, anche i più difficili, Adriano Aiello attore, comico e clown , cavalca le scene dei teatri e non solo.
Attualmente impegnato nel progetto “OFF dell’OFF”, la prima delle 4 sezioni che compongono il Catania Off Fringe Festival, in rete con le scuole e le associazioni territoriali, in un’esplosione di colori e risate, dietro il trucco sgargiante e il naso rosso, nasconde un mondo di emozioni e significati.
Gli alunni degli Istituti che hanno aderito al programma, l’I.C.S. Di Guardo Quasimodo, l’I.C. “Italo Calvino”, Wonderlad-LAD ETS ( casa/ laboratorio creata per i bambini affetti da gravi malattie), e Punto Luce Save The Children, grazie alla profonda immersione nel mondo della clownterapia, dove il gioco e l’empatia si fondono per creare momenti di autentica connessione, restano affascinati e conquistati dalla magia creata dalla fantasia. E’ lo stesso Aiello che descrive i momenti vissuti con i piccoli spettatori come un gioco sospeso nel tempo, dove dolori e preoccupazioni scompaiono, la curiosità prende il sopravvento “ Dopo lo spettacolo avviene uno scambio di opinioni molto bello” dichiara, e prosegue “ Chiedo sempre cosa è piaciuto di più ed il mio piccolo pubblico non perde tempo a dire la sua con entusiasmo. Mi raccontano cosa li ha fatti divertire ma anche cosa li ha commossi” .
Sono tanti gli aneddoti legati alle emozioni trasmesse dai bambini, in uno di questo Adriano racconta: “E’ successo di recente che un bimbo mi ha detto che in una scena si è molto commosso. Questo è il teatro... uno scambio di emozioni”. Al termine delle sue performance sempre molto coinvolgenti, talvolta si ritrova a dover spiegare che tutto quello che accade in scena è finzione, e così ama sottolineare al suo “parterre” che non si fa male quando cade o gli cadono oggetti, tipo la valigia sul piede, il titolo dello spettacolo è per l’appunto “Il clown nella valigia”. Adriano ci ride su (da bravo clown), e così facendo educa i bambini-ragazzi al movimento, all’occupazione dello spazio all'interno del palco a come si utilizza il corpo “per far apparire, in alcuni casi, per sentire in altri” .Il Fringe Festival è per Aiello “un modo per portare la figura del clown dove è poco conosciuta, soprattutto dove non si ha la possibilità di portare i bambini-ragazzi al circo o a vedere spettacoli in genere”.
Cosa avviane durante gli spettacoli?
“Uno scambio continuo. normalmente i piccoli (5-7 anni) sono più pronti e recepiscono subito quello che accade. I ragazzi della media invece hanno bisogno di entrare in questo tipo di comunicazione ed una volta entrati non ti lasciano più”.
“Questa manifestazione” dichiara altresì “mi permette di tornare alla base, al contatto diretto coi bimbi in una veste di performer teatrale ( poi io andando in ospedale nei reparti pediatrici in verità non perdo mai il contatto ma li in un'altra veste). Alla base dei sentimenti più puri, dell'essenziale “. Adriano Aiello ci racconta che la figura del clown è spesso travisata dall'iconica immagine di naso rosso e palloncino anche in ospedale ma quella è solo un'immagine. “Non si può fare il clown...si è clown perché è nella stessa natura del clown che è tra gli attori più veri in assoluto, in quanto noi non abbiamo la IV parete. Non non ci nascondiamo dentro un personaggio” continua “Noi esprimiamo solo il nostro lato comico e poetico, non si può essere finti il pubblico se ne accorgerebbe subito, per mollarti dopo un secondo”. Ecco perché l'arte clownesca vera è difficilissima! Il “nostro” clown si rivolge sempre alla parte più genuina di ognuno, quella innocente,perché è in quella parte innocente che l'uomo si riconosce, che l'essere umano incontra davvero l'altro.
“Pur calcando i grandi palcoscenici il Fringe ti riporta alla base di tutto” conclude “anche dell'umiltà che non bisogna mai e poi mai perdere”