Dopo le elezioni del 25 settembre, la Chiesa catanese torna ad occuparsi di fatti ed eventi politici, per riprendere e ridare slancio a quel messaggio forte contenuto nell’ultimo documento “Non possiamo tacere” con l’esortazione ai cattolici a monitorare costantemente l’attività di parlamentari e deputati e non dare deleghe in bianco a nessuno nell’affrontare temi importanti per lo sviluppo sociale ed economico della Sicilia.
Una riflessione dal titolo “Cattolici e astensionismo elettorale” è stata appena pubblicata sul sito dell’Arcidiocesi a firma di don Piero Sapienza, direttore dell’Ufficio Problemi sociali e lavoro. Esordisce così il prelato catanese: “Se già da molti anni a questa parte l’astensionismo elettorale è andato crescendo, nelle ultime elezioni politiche e regionali siciliane tale fenomeno ha registrato percentuali ancora più alti e preoccupanti. Ma ciò che desta un certo stupore è che le statistiche ci consegnano il maggior numero di astenuti tra i cattolici. In particolare, tra i cattolici praticanti l’astensionismo registra il 39,6% e tra i non praticanti il 33,4%”.
Don Sapienza richiama gli ultimi dati dell’istituto Ixe di Trieste (https://www.istitutoixe.it/newsletter/2022/20220926_Flussi.pdf), che evidenziano come l’astensionismo nel mondo cattolico abbia raggiunto in totale la percentuale del 73%, mentre per le altre religioni questa percentuale è stata decisamente più bassa (38,2%) così come per i non credenti (35,2%).
Il disimpegno dei cattolici dal voto è un elemento preoccupante, poiché è avvenuto nonostante i continui appelli della CEI, dei Vescovi Siciliani e della stessa Chiesa catanese. Appelli all’esercizio di un voto libero e senza condizionamenti, ma consapevole ed operato con senso di discernimento; necessario in ogni caso, una sorta di dovere morale perché non si interrompesse quell’asse società civile-istituzioni che è il lievito principale del “fare politica” a tutti i livelli e del mandato fiduciario che, in una democrazia matura, l’elettorato affida agli eletti.
Bisogna ricostruire, dunque, quel clima di fiducia che si è perso, non soltanto fra i giovani che – ad esempio nella fascia 24-35 anni hanno raggiunto anche il 40,5% di astensionismo – ma anche fra gli adulti che dimostrano sempre più disaffezione verso la politica. Ricostruire la fiducia è difficile, ma non impossibile.
La Chiesa catanese, a partire dalle prossime settimane, riprenderà il confronto sui contenuti del documento “Non possiamo tacere” per avviare subito alcune azioni concrete sul versante della formazione all’impegno sociale e politico, dell’ascolto delle fasce più deboli della società e del monitoraggio sulle prime decisioni che i neo governi nazionale e regionale dovranno prendere per aggredire le principali criticità della Sicilia, prima fra tutte la povertà educativa.