Si amplia considerevolmente lo spettro di adesioni della società civile al documento “Non possiamo tacere” redatto dall’ex Prefetto Claudio Sammartino, dal prof. Rosario Sapienza dell’Università di Catania e da un gruppo di fedeli laici di Catania e presentato ufficialmente in Arcivescovado ieri sera alla presenza di mons. Luigi Renna.
Il documento, predisposto in occasione delle elezioni politiche e regionali sulla base di un lavoro di riflessione avviato nelle scorse settimane dall’Ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro coordinato da don Piero Sapienza, è un testo snello che invita gli elettori al discernimento nella scelta dei candidati. Secondo i cattolici catanesi, le emergenze che affronterà la Sicilia nei prossimi anni, a partire dalla povertà educativa e dalla questione occupazionale, non ammettono deleghe in bianco ai politici. Servirà invece attenta vigilanza della società civile tanto al momento della definizione dell’agenda politica quanto nelle fasi decisionali e di attuazione delle scelte.
Ai primi firmatari del documento, ovvero i proponenti (tra cui il segretario della Cisl Catania) e la consulta delle aggregazioni laicali, si sono aggiunti Confcooperative Sicilia, la Lega Coop, l’Ugl Catania, il movimento di società civile Città Insieme, il circolo cittadino Sant’Agata, l’Unione ex allievi Don Bosco e il centro culturale di Catania.
Adesso, oltre a quelle di numerosi esponenti della società civile, si aggiungono pure le adesioni di Confindustria e Ance Catania, dell’associazione Antiracket, del Banco Alimentare Siciliano, dell’associazione Famiglia e Solidarietà, dell’associazione Cento Passi, dell’Unione S.Teresa delle ex allieve dell’istituto Don Bosco, dell’associazione Alberto Marvelli, della Compagnia delle Opere, dell’associazione Antimafia e legalità, del centro Astalli, del circolo cittadino S.Agata, dell’ente Archè, della fondazione Francesco Ventorino, del centro di accoglienza Rosario Livatino, del gruppo Paternò I dell’Agesci, dell’associazione Ex allievi del Leonardo da Vinci, dell’associazione Cappuccini, di UNEBA Sicilia, dell’associazione civica Fabbrica, del centro Giorgio La Pira. Una valanga di adesioni che rappresenta una grossa responsabilità per la Chiesa catanese.
Ieri sera, in un affollato incontro pubblico il documento è stato presentato dall’Arcivescovo, da don Piero Sapienza, dagli estensori Claudio Sammartino e Rosario Sapienza. Ha fatto seguito un breve dibattito, moderato dal giornalista Giuseppe Di Fazio, in cui molti dei sottoscrittori sono intervenuti, ribadendo il loro pieno e convinto sostegno al documento predisposto dai fedeli laici. Erano presenti anche alcuni candidati alle elezioni politiche e regionali del 25 settembre.
In apertura, mons.Renna, ha sottolineato l’importanza di un nuovo “pensiero pensante” che guardi al futuro e che soppianti la dominanza di un “pensiero calcolante”, al quale politici e società civile spesso ricorrono, nella soluzione dei problemi spiccioli e quotidiani e non delle grandi criticità del nostro tempo, come ad esempio la povertà educativa.
Dopo quest’appello forte della Chiesa catanese al discernimento, che ha raccolto finora molte adesioni e altre sicuramente ne riceverà, bisognerà capire come l’Arcivescovo intenderà indirizzare le attività della nuova pastorale sociale e del lavoro nei prossimi mesi quando, a fari spenti dopo le elezioni, si dovranno discutere le grandi emergenze di Catania per provare a trovarne, insieme alla politica, una prima soluzione.
Una nuova campagna elettorale è imminente, quella per l’elezione del Sindaco e del Consiglio comunale di Catania, e dunque ancora una volta si accenderanno le luci perché sarà importante scegliere bene chi avrà competenze, capacità e valori per rappresentare autorevolmente i cittadini catanesi nelle istituzioni.
La Chiesa catanese ha alcuni strumenti per vivificare l’impegno dei cattolici. Fra questi la Scuola di formazione all’impegno sociale e politico che, si auspica, potrebbe presto riprendere le attività, magari provando ad indirizzarle ai giovani. Allo stesso modo, sulla scorta di quanto tempo fa fece la Cei a livello nazionale, e tenuto conto che è appena partito il cammino sinodale in tutta la Chiesa, si potrebbero avviare iniziative di ascolto del territorio, perché Catania è una città metropolitana complessa, in cui istanze, esigenze e problemi della gente sono estremamente differenziati fra centro e periferie e, anche nelle periferie, sono molto variegati fra i quartieri.
Alla politica tocca il compito di fare la sintesi e decidere, ma la Chiesa catanese potrebbe svolgere a supporto un attento lavoro di ascolto.