Due ore e più di intenso dibattito ieri sera alla cooperativa di comunità Trame di Quartiere nel cuore di San Berillo, lo storico quartiere del centro di Catania che, pur nella bellezza delle sue viuzze, della sua street art e dei palazzi storici, è una delle aree più problematiche della città. Soltanto chi ci vive dentro, chi ha avviato un'attività sociale ed economica al suo interno, chi ha provato a riscoprirne la vera anima, conosce bene le contraddizioni di un quartiere che di giorno prova a tollerare la convivenza con turisti e residenti, ma al calar della luce solare si trasforma spesso in una periferia dentro il centro, popolata di giovani e donne di etnie diverse, spesso con situazioni molto problematiche. Ce ne siamo accorti pure noi ieri sera.
L'occasione per parlare di rigenerazione e gentrificazione è stata la presentazione dell'ultimo libro della giornalista Lucia Tozzi "L'invenzione di Milano. Culto della comunicazione e politiche urbane" (Cronopio, 2023) che rilegge criticamente il modo in cui dall'inizio del nuovo millennio è avvenuta la gentrificazione in numerosi quartieri di Milano. Dove la rigenerazione urbana ha rinnovato decisamente il volto di molte aree, ma ha finito per creare forti sperequazioni, attirando famiglie ed imprese benestanti, espellendo invece fasce sociali più deboli e a rischio di emarginazione. Questa forma di privatizzazione del pubblico, secondo la Tozzi presente ieri sera a Catania al dibattito, è stata spinta da immobiliaristi ed operatori finanziari, ma è stata favorita più o meno consapevolmente anche da numerosi enti ed associazioni del Terzo Settore che storicamente nella città meneghina sono stati sempre molto influenti nelle politiche sociali.
È questo che si vorrebbe a Catania, si sono chiesti ieri sera con molta onestà intellettuale alcuni tra i più importanti attori del Terzo Settore che operano proprio dentro alcuni quartieri, una volta decisamente più marginalizzati? È possibile, insomma, che l'auspicabile rigenerazione urbana finisca per favorire processi di gentrificazione che, mentre da un lato portano vivibilità e bellezza in aree degradate, dall'altro possono favorire un forte aumento delle rendite immobiliari e la conseguente esasperazione delle diseguaglianze economiche?
Alla tavola rotonda, moderata da Laura Saija dell'Università di Catania, hanno portato il loro contributo Daniele Cavallaro di Gammazita, Carla Barbanti di Trame di Quartiere e Francesco Mannino di Officine Culturali. Ognuno di loro rappresenta una bella storia di innovazione sociale a Catania che in questi anni ha portato luce nuova dentro alcuni quartieri prima abbandonati della città etnea. Non sono mancate frizioni iniziali con i residenti dei luoghi, ma poi man mano le loro attività, a forte connotazione sociale e culturale, si sono ben integrate nel contesto. Queste realtà del Terzo Settore tuttavia non possono solo autosostenersi e hanno bisogno del supporto di privati e del pubblico. Ma che tipo di supporto, a rischio di subire condizionamenti?
Dunque, adesso di fronte a possibili progetti di rigenerazione urbana dei quali si discute da tempo a Catania, quale potrebbe essere la reazione? Quali le possibili conseguenze, soprattutto in termini di impatto sociale? E, soprattutto, cosa ci insegnano venti anni e passa di politiche rigenerative e di gentrificazione a Milano?