È Totò a tornare in vita? No, è la sua storica controfigura, Dino Valdi (nome d’arte di Osvaldo Natale), a riemergere dall’ombra e a raccontare di se stesso e del suo rapporto-confronto con la genialità del Principe De Curtis.
Sull’episodio, emerso durante il funerale del grande Totò, quando l’isteria di una folla straripante gridò al ‘miracolo’ avendo creduto alla sua ‘resurrezione’ (aveva visto il sosia Dino Valdi seguire la bara), è stata costruita la piece “L’ombra di Totò” che il regista Stefano Reali ha adattato dall’omonimo testo scritto dalla giornalista e critica teatrale Emilia Costantini.
Messo in scena alla sala Verga dal teatro Stabile etneo, il lavoro si apre con le immagini d’epoca del funerale cui fa seguito la ‘fuga’ di Dino Valdi inseguito dalla folla fin davanti casa, dove trova alfine rifugio. Ed è in casa che lo raggiunge una giornalista del Mattino , interpretata dalla determinata e volitiva Annalisa Favetti la quale, vinta l’iniziale ritrosia, ottiene il permesso per un’intervista, naturalmente immaginaria, che costituisce l’escamotage teatrale attraverso il quale Valdi racconterà aneddoti riguardanti il Principe. In realtà per Dino Valdi sarà l’occasione per mettere a nudo le proprie frustrazioni, la propria rabbia per una carriera mai espressa in modo autonomo. Oscurata dall’assoluta devozione al genio di Totò, “un genio, ma pur sempre un uomo” non certo un Santo, come affermerà rivolto alla giornalista (rivelatasi alfine come un’allucinazione, un’immagine riflessa della propria coscienza). Apprendiamo così come Valdi non fu una semplice controfigura ma, ad esempio, in film come “Totò fifa e arena”, “Totò al giro d’Italia” e “Uccellacci ed uccellini” recitò lunghe parti ripreso anche in primo piano.
Dalle confessioni di Dino Valdi emergono anche particolari intimi del rapporto di Totò con la sua prima moglie, Diana Rogliani, e con la successiva amante Liliana Castagnola, contraddistinte da un’oppressiva gelosia. Anche queste figure, evocate sulla scena ed interpretate entrambe da Vera Dragone , appaiono come d’incanto e la seconda in particolare, celebre attrice e cantante, si esibisce accompagnata al pianoforte con verve da ‘sciantosa’ e bella esecuzione vocale.
Umanissima e addirittura commovente l’interpretazione che Yari Gugliucci offre non solo della controfigura in quanto tale ma anche evocativa del Principe della risata quando, indossando il frac e la bombetta originali donatigli dall’ultima compagna di Totò, Franca Faldini, ne ricorda le movenze.
Una piece divertente ed anche struggente che entra con discrezione nella sfera intima di Totò e di chi lo circondava, sulla scena e nella vita. Con le rievocative scene di Carlo De Marino, i costumi di Laura de Navasques e le coreografie di Lorena Noce. Uno spettacolo lieve che non ha mancato di suscitare convinti e ripetuti applausi.