Da pochi giorni è scomparso Santi Di Stefano, classe 1927, pianista, direttore d’orchestra, laureato in giurisprudenza, catanese. La sua formazione musicale ricorda anni irripetibili di un glorioso passato; ebbe grandi maestri, da Arturo Benedetti-Michelangeli a Carlo Zecchi e poi, ancora, Igor Markevitch che lo scelse per dirigere il concerto di chiusura dei corsi al Mozarteum di Salisburgo. Dal 1947 svolse un’attività concertistica, prima come pianista, poi come direttore d’orchestra, che lo portò alla testa delle più importanti orchestre italiane e straniere. Un’attività che metteva in luce un talento musicale di prima grandezza espresso con raffinatezza, grande espressività e sconfinato amore per le partiture, nel rispetto delle idee degli autori.
Dal 1978 intraprese una nuova avventura, la direzione del Liceo Musicale di Catania, funzione che mantenne per ben 18 anni, fino al 1994 quando decise di dimettersi, amareggiato da indebite vicende giudiziarie. Eppure grazie alla sua profonda sensibilità musicale accompagnata ad una correttezza morale e istituzionale che lo caratterizzavano, il Liceo Musicale conobbe una crescita incredibile. Santi Di Stefano vi si dedicò con passione ed abnegazione; fu lui a volere, con tanta determinazione, la creazione di un’Orchestra Stabile dell’Istituto, per diffondere la conoscenza della musica anche al di fuori delle mura del Liceo. La sua battaglia per la trasformazione in Conservatorio fu encomiabile quanto tormentata (i tempi, purtroppo, non erano ancora maturi) ma ottenne un primo successo con il trasferimento (cui fece poi seguito l’acquisizione) nella nuova sede, quella attuale, nel 1985, imprescindibile requisito per il passaggio a Conservatorio.
Catania dovrebbe mostrare riconoscenza per i suoi figli migliori e Santi Di Stefano è stato sicuramente uno di questi. Artista schivo, gentiluomo d’altri tempi, ha profuso tutto il suo impegno all’Istituto che ha diretto, agli amati allievi, ai docenti. Se oggi Catania ha il suo Conservatorio Musicale di Stato lo si deve anche a Lui. Grazie, Maestro.