Per una sera, è non è un fatto usuale, il mandolino diventa protagonista assoluto di un concerto svoltosi nella splendida sala del Teatro Massimo ‘Bellini’. Ad organizzare la manifestazione è stata l’Associazione Culturale Musicale “Maestro Francesco Musmarra”, presieduta dalla poetessa Venera Torrisi, pronipote del maestro acese cui è intitolata l’Associazione.
Per l’occasione l’Associazione ha coinvolto un prestigioso parterre di collaboratori che hanno offerto il loro patrocinio: lo stesso Teatro Bellini, Il Conservatorio Bellini di Catania, l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, il Comune di Catania e l’Accademia Tiberina di Roma già Pontificia. I riflettori, di fatto, sono stati puntati su due figure di artisti siciliani che meriterebbero (specie in terra siciliana) una maggiore attenzione rivolta a valorizzarne l’opera: il compositore e direttore d’orchestra Francesco Musmarra e il compositore, mandolinista e violinista Giovanni Gioviale.
Ma procediamo con ordine. La serata, condotta con garbo ed eleganza da Sabina Rossi, è stata divisa in due parti; dopo i saluti e i ringraziamenti istituzionali, si è entrato nel vivo della musica con tre concerti (brevemente illustrati con dovizia di informazioni da Giuseppe Montemagno) ben rappresentativi della evoluzione del repertorio mandolinistico; il Concerto per Mandolino, archi e basso continuo in do maggiore RV 425 di Antonio Vivaldi faceva da apripista ben sottolineando l’apice del virtuosismo mandolinistico (strumento cui il ‘Prete rosso’ riservò un’attenzione particolare) in epoca barocca. Più ‘galante’ e superficiale appariva, al confronto, il Concerto per Mandolino, violini e basso in la maggiore di Carlo Cerere, esponente di secondo piano (oggi pressochè dimenticato) dell’opera buffa napoletana del secondo Settecento, non privo comunque di una certa grazia in questo breve componimento. Chiudeva la prima parte il Concerto per mandolino in sol maggiore di Johann Nepomuk Hummel, compositore austriaco di origine slovacca contemporaneo di Beethoven ed annoverato come uno dei più grandi pianisti dell’Ottocento; il suo concerto per mandolino si esprime secondo i canoni del classicismo mozartiano e haydniano. Tutti e tre i concerti sembravano cuciti apposta per l’interpretazione di un grande virtuoso quale Carlo Aonzo. Il titolo generale della serata, “Il mandolino Virtuoso” non poteva avere un protagonista più prestigioso e tale si è ampiamente dimostrato. Fungeva da accompagnamento (ma anche qualcosa in più) l’Orchestra Giovanile del Conservatorio Vincenzo Bellini di Catania diretta da Giuseppe Romeo, suo storico istruttore, il quale ha guidato la ‘sua’ orchestra con mano salda e chiarezza di intenti.
Nella seconda parte della serata diventavano protagonisti i due compositori ‘omaggiati’ Musmarra e Gioviale, non senza una preziosa premessa, l’esecuzione dell’Intermezzo della Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni diretta da Romeo con la bacchetta originale appartenuta al compositore livornese; bacchetta utilizzata anche per l’esecuzione della marcia militare “Trento e Trieste italiane” di Francesco Musmarra, in ricordo di una celebre esecuzione diretta proprio da Mascagni.
Era poi la volta di tre pagine dello stesso Musmarra, scritte in realtà per orchestra ma presentate in un originale arrangiamento di Romeo per voce e orchestra su liriche scritte appositamente da Venera Torrisi. La struggente interpretazione del soprano Gonca Dogan e del tenore Filippo Micale ha costituito un valore aggiunto per le tre liriche, “Dolce Armonia”, “Gioia e Mestizia”, “Sul mare Jonio” (cui si è aggiunta nel bis finale una “Serenata siciliana”), caratterizzate da una distesa linearità melodica ed una incisiva ritmica.
In conclusione era l’ora delle composizioni per mandolino di Giovanni Gioviale, un vero e proprio monumento nella produzione e valorizzazione di questo strumento; “Viale fiorito”, “Idillio primaverile” e “Tarantella siciliana” i titoli delle tre pagine eseguite ancora con magistrale caratterizzazione e virtuosismo da Carlo Aonzo affiancato, in questo caso, da Martina Aloisio.
Alla fine consegna di targhe ricordo per tutti i protagonisti ed una gran messe di applausi da parte del numeroso pubblico convenuto.