Si sono insediati, ed hanno già impartito le prime disposizioni operative, i tre commissari nominati dal prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, che si occuperanno dell’amministrazione provvisoria del Comune di Randazzo, sciolta per mafia dal Consiglio dei ministri il 25 gennaio scorso. Sono il viceprefetto Alfonsa Caliò, il viceprefetto aggiunto Cosimo Gambadauro ed il funzionario economico finanziario Isabella Giusto. I primi due provenienti da Catania, mentre la terza da Ragusa.
Avranno i poteri deliberativi del Consiglio comunale, del sindaco e della Giunta municipale poiché, con lo stesso decreto, il Prefetto di Catania, ai sensi della normativa vigente, ha disposto la sospensione degli organi elettivi del Comune di Randazzo.
Dopo il primo incontro col segretario generale dell'Ente, e dopo la redazione del relativo verbale del loro insediamento, gli stessi commissari hanno voluto incontrare i funzionari attualmente in servizio al Comune di Randazzo e, come primo atto, hanno loro chiesto delle relazioni quanto più ampie, dettagliate ed esaurienti possibili sullo stato dell'arte dei vari settori operativi, assegnando agli stessi funzionari il termine di dieci giorni per adempiere a tale loro obbligo.
Ricordiamo che gli organi elettivi del Comune sono stati sciolti – come si legge nel comunicato del Governo – “in considerazione delle accertate forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che hanno gravemente compromesso il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione locale, con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica”. E dopo aver deliberato “lo scioglimento del Consiglio comunale di Randazzo (Catania)", è stato disposto l'affidamento della gestione dello stesso Comune, per diciotto mesi, ad una Commissione straordinaria, ai sensi dell'artocolo 143 del testo unico delle leggi sull'Ordinamento degli enti locali. Commissione che – come si diceva – si è insediata proprio nei giorni scorsi.
Uno degli ultimi atti definiti "arroganti", da buona parte dei cittadini randazzesi, adottati dall'ormai ex sindaco Francesco Sgroi, è quello relativo al mercato domenicale che da tempo immemorabile, sino all'inizio del 2020, si svolgeva in Piazza Loreto e che, proprio dal febbraio di quell'anno, venne – col pretesto di alcuni lavori di ripavimentazione che si dovevano lì effettuare – "temporaneamente" trasferito nella zona adiacente al campo sportivo comunale "Attilio Grimaldi" e nella vicina Via Giovanni Paolo II, nel quartiere Crocitta. L’argomento è tornato di attualità proprio in questi giorni perché alcuni cittadini, che abitano nei pressi del nuovo sito, proprio di recente hanno ottenuto dal Tribunale amministrativo Regionale l’annullamento di tutti gli atti con cui il mercato era stato spostato. Allora – come si diceva – lo spostamento venne motivato esclusivamente per la necessità di effettuare lavori di ripavimentazione in Piazza Loreto – come si legge nel provvedimento del Tar –. Tutt'al più, il sindaco avrebbe potuto sospendere lo svolgimento del mercato, lasciando al Consiglio Comunale la decisione di spostarlo. Ed in ogni caso l’ordinanza non è stata preceduta dalla preventiva comunicazione al Prefetto di Catania. Il provvedimento sarebbe dunque viziato anche – precisa sempre la sentenza del Tar – nella parte in cui lo stesso sindaco ha previsto lo spostamento del mercato in via sperimentale e provvisoria, senza tuttavia specificarne la durata".
Per questi motivi il presidente della Terza sezione del Tar di Catania, Aurora Lento, ritenendo il ricorso dei tanti cittadini randazzesi "del tutto fondato”, oltre ad annullare gli atti sindacali impugnati, ha anche condannato l’Amministrazione comunale al pagamento di oltre 2000 euro. Ma nonostante ciò – ecco dove sta ancora una volta l'arroganza dell'ormai ex sindaco Francesco Sgroi – il mercato per adesso rimarrà lì dov’è, nonostante vi sia un ben preciso decreto regionale risalente agli anni Sessanta e nonostante la già citata sentenza del Tar. Egli, infatti, il sindaco Sgroi, con sua ordinanza n. 5, del 12 gennaio scorso, pur sapendo che da lì a poco sarebbe stato cacciato via dal Consiglio dei Ministri, ha già decretato, il mantenimento del mercato lì dov'è, ovvero in Via Papa Giovanni Paolo II, fino al 31 dicembre 2024, tanto che il consigliere di opposizione, ex candidato a sindaco, Antonino Grillo sui social scrive: "Siamo all’inverosimile, anche il Tar al sindaco di Randazzo ci fa un baffo!!!".
Lo spostamento del mercato domenicale, peraltro, oltre che lasciare scontenti tutti gli operatori commerciali del mercato, ha causato anche un notevole danno economico per l'intera città, in quanto è venuta a mancare ai tanti turisti domenicali una delle più interessanti caratteristiche di attrazione per la graziosa cittadina etnea, tanto che il suo centro e tutte le sue attività economiche che vi insistono, dal mese di febbraio 2020 sono in continua sofferenza e Randazzo, soprattutto la domenica, sembra una città fantasma del tutto spettrale.
E sempre a proposito di danni, il recente e ben motivato Provvedimento del Consiglio dei Ministri che – come si diceva prima – ha sciolto gli organi amministrativi della città "in considerazione delle accertate forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che hanno gravemente compromesso il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione locale, con grave pregiudizio dell'ordine e della sicurezza pubblica”, di certo non depone bene all'immagine dell'antica e nobile città di Randazzo. E su questo certamente qualcuno che in questi ultimi anni ha amministrato si dovrebbe fare più di un esame di coscienza. Tanti, molti, fin troppi i guasti che sono stati causati sia alla città che all'intera collettività. E di questo, prossimamente, daremo contezza alle nostre lettrici ed ai nostri lettori.
Nei giorni scorsi abbiamo più e più volte cercato – e con tutti i mezzi – di parlare di tale spiacevole situazione sia con qualche assessore che con qualche consigliere di maggioranza che ha sostenuto l'ormai ex sindaco Francesco Sgroi. Macchè! Bocche cucite! L'unico a metterci la faccia, stavolta, è stato il vicesindaco Pd Gianluca Anzalone il quale, con grande garbo, dopo aver espresso tutta la sua amarezza per quanto accaduto, ha ringraziato dicendo di rinviare ogni sua valutazione a dopo che avrà letto le motivazioni del Consiglio dei Ministri. Cosa che, peraltro, ci ha detto – con comprensibile imbarazzo – il segretario regionale dello stesso Partito Democratico, il deputato Anthony Barbagallo che, nel giugno del 2022, contro il parere dell'allora segretario provinciale dello stesso Pd, Angelo Villari, fu il principale sponsor dell'apparentamento fra il suo Partito e quello di Francesco Sgroi (Mpa di Raffaele Lombardo).
Per il resto – dicevamo – bocche cucite! Tutti, allineati e coperti, a mantenere l'ordine del silenzio già peraltro impartito dallo Sgroi sin dall'inizio della sua amministrazione e, addirittura, sin dall'inizio della sua campagna elettorale, basti pensare che una consigliera comunale che lo aveva sostenuto nel periodo 2018-2022 venne "eliminata" sol perché il fratello aveva osato parlare, anche se a favore dello stesso Sgroi, in una emittente locale. Tutti ridotti al silenzio, come pecore che vedendo avvicinare l'estraneo (il giornalista monello che fa domande imbarazzanti ed alle quali non si sa cosa rispondere!) si sono coraggiosamente date alla fuga.
Tuttavia, qualora dovessero ripensarci, noi siamo qui. E ne vedremo delle belle...