Per antica pratica del rispetto verso persone e fatti che non conosco pienamente, non derogo alla regola, e, perciò non giudico, la nuova giovane segretaria del PD.
Rassegno impressioni a fini di confronto.
Ho ascoltato, come tanti di Voi, la prima dichiarazione ufficiale.
Ho avuto l’impressione di un fanatismo ideologico, vestito dalle solite buone intenzioni verso i meno garantiti, di un radicalismo predicatorio.
Se ciò rispondesse alla realtà, avremmo due PD.
Perché sarebbe lo sfratto tra i tanti che hanno vissuto dello slogan contrario alla regola dello sport: “Squadra che vince non si cambia”. Nel caso la “squadra” ha governato senza il disturbo di vincere.
Che faccia faranno i pensionati del potere a chi giustamente reclama la rivoluzione del fare?
Un merito, però, si coglie subito.
La rovinosa interruzione del pascolo abusivo dei 5 Stelle, che si sono, sinora, identificati, in un qualunquismo impudente: destra, sinistra, centro, sono residenza abituale di chi è stato senza indirizzo “conosciuto”.
Anche perché non viene facile pascolare nello stesso terreno.
La leader ha usato due espressioni: una efficace, l’altra presuntuosa. La prima: “Siamo arrivati inaspettati”; la seconda: un avviso di diversa opposizione a Giorgia Meloni, che farà bene a tenerne conto, senza mai trascurare che l’interlocutore referenziale resta il popolo italiano che ha scelto l’attuale coalizione.
Per il resto, ribadisco l’impressione del furore ideologico in confezione regalo.
Cioè parole acuminate, avvolte in contenitori eleganti.
Conseguenze inevitabili sono i referenti territoriali.
Ci sarà disorientamento, con annesso disagio in quanti, sbagliando i calcoli, si sono esibiti con sigle pompose e vuote, vicini all’apparente vincitore, lo sconfitto Bonaccini.
Altri che vogliono cancellare l’abitudine alle sconfitte, mostrandosi nelle foto ufficiali stretti al vincitore.
Onorevole, si guardi. Non sono per il tanto peggio, tanto meglio.
Il peggio: ha il destino di peggiorare, se possibile.
Sembra che la maggioranza degli elettori determinanti, appartenga ai “nuovi” della politica, ai giovani.
A parte qualche esibizionista televisivo noto, gli altri sono la legittima speranza di rifondazione.
Tra quelli che rispetto nella mia città, in testa a tutti, vi è un galantuomo di provate qualità: l’on. Giovanni Burtone.
Servirebbe a oscurare facce impresentabili.
Infine: sono in molti gli opinionisti che hanno fondato la convinzione che l’effetto donna abbia, correlazione coi talenti, mostrati dall’attuale Presidente del Consiglio.
Visti i disastri dei maschietti precedenti, viene facile convincermi.
Restano irrisolti, tra i tanti, i seguenti quesiti: a) è in corso esasperazione dei temi identitari? b) Già i cattolici del PD si smarcano con un notiziario autonomo per come fa sapere l’on. Fioroni, che lascia la comitiva; c) Rosi Bindi rimprovera, e non è tema secondario, il silenzio sull’Ucraina. d) Schlein è segretario del “PD” o del blocco sociale che vi si riconosce?
Infine, è il frutto della sorpresa del futuro che paralizzava il nuovo corso e sino a quando il nuovo PD piace al PD?