Il cammino di Cateno De Luca, iniziato con i toni di una facile marcia trionfale ha incominciato a trovare diverse difficoltà. Indubbiamente a complicare il suo già difficile tentativo di proiettarsi come “sindaco di Sicilia” la concomitanza delle elezioni nazionali che lo ha indotto a fare delle pressioni su personaggi che gli erano stati vicini perché si impegnassero al suo fianco nella contemporanea battaglia di “Cateno sindaco d’Italia” sotto le insegne del partito appena inventato “Sud chiama Nord”. Per questo dopo l’addio di Vittorio Sgarbi, anche le strade di Pino Aprile e Dino Giarrusso si sono divise. Ad annunciare la rottura del rapporto politico con il parlamentare europeo ex M5S è stato l’ex sindaco di Messina che sostiene che è emersa «una diversità di vedute su come combattere la cosiddetta Banda Bassotti della politica. Da qui la decisione di «svoltare». In realtà il nodo sarebbe legato alle candidature nei collegi uninominali in particolare al senato di Catania. Per questo, senza dare altri dettagli, De Luca ha detto: «Si combatte sul campo e nel proprio territorio, ognuno di noi ha una provenienza e le candidature all’uninominale devono essere connesse alla propria provenienza. Un punto su cui non ci siamo trovati più, nulla di strano, le divergenze in politica capitano». Adesso De Luca dovrebbe riformulare tutto il suo repertorio e spiegare anche perché era in conferenza stampa alla Camera dei Deputati con Lo Monte, ex Assessore della Giunta Cuffaro e figura emblematica di quel mondo che dice di voler combattere. Ma non basta, in quella sede ha affermato: "Nonostante le difficoltà rappresentate dalla raccolta delle firme, non abbiamo alcuna intenzione di consegnarci a qualcuno. Sono arrivate tante proposte, ma noi andiamo avanti, non ci fermiamo. Lo abbiamo già dimostrato, siamo riusciti a governare Messina fuori dagli schieramenti politici, governeremo la Sicilia ed eleggeremo anche i nostri deputati e senatori, perché abbiamo dimostrato di saper amministrare”. Tuttavia la legge elettorale impone rapporti di coalizione, cosa di cui Sicilia Vera non vuol sentir parlare, inoltre Gianfranco Miccichè, portabandiera dei No-Nello, che lancia la sua disponibilità ad essere il candidato Presidente, svelando palesemente che le candidature di Monterosso, Cittadini e Prestigiacomo erano solo specchietti per le allodole per nascondere una ambizione reale che lo porterebbe in rotta di collisione con colui che, fino a ieri, veniva utilizzato per colpire il Presidente Musumeci.