Non è il bilancio di un’azienda prospera e socialmente utile: è il bilancio provvisorio in cui è sprofondata la politica europea, atteso che il protagonista non è un passacarte, ma un ex deputato Pd, poi Art.1, Pier Antonio Panzeri.
Il quale, e per lui sarà cicatrice permanente, nella sua lunga carriera politica è stato il massimo rappresentante del sindacato di sinistra, la Cgil della Lombardia, l’uomo cioè che si mostrava irriducibile nella difesa dei lavoratori, “contro lo sfruttamento della classe datoriale”, e, a seguire, altri impegni da supercazzola della menzogna demagogica.
Poi si stancò della platea dei bisogni e dei diritti e fu eletto al Parlamento Europeo, dal quale momentaneamente uscì, ma per inserirsi in una prassi immonda: quella di sfruttare gli antichi rapporti parlamentari, cioè curare il traffico di influenze, secondo i committenti.
Nell’attualità si moltiplicava per accreditare il Qatar contro la propaganda criminalizzante che attaccava quel paese come negatore dei diritti dei lavoratori e delle donne. Lui, Panzeri, credibile perché esperto in passato nelle rivendicazioni dei meno garantiti.
E siccome l’avidità non ha limiti, sfondò il muro del sopportabile, e in combutta con sodali disonesti, tutti militanti a sinistra, fondò persino una ONG, cioè una organizzazione “umanitaria” che sinora, e i numeri crescono, ha frodato 1,5 milioni, sparsi in valige e tavoli come coriandoli.
Sorprende e avvilisce sapere quello che era a tutti noto, nella società dei sepolcri imbiancati della sinistra, autoproclamatisi maestri di costume e di esemplare condotta.
E’ rimasto, quale campione di operazione fallita della sinistra italiana l’on., perché deputato, Soumahoro, sfortunato parente di una nidiata di manigoldi, dalla moglie accusata dalla Procura di Latina per “false fatture tramite società fittizie”, alla suocera, a cui sono stati sequestrati 639mila euro, frutto del risparmio conseguente alla temporanea sospensione del vizio delle sigarette…
Ma siccome l’Italia assicura scempio del pubblico denaro, il Gip di Latina ha dichiarato la combriccola familiare, indagata per “dichiarazione fraudolenta per evadere il fisco”, autori di “collaudato sistema di elevata spregiudicatezza criminale, programma delinquenziale a gestione familiare”. Sì perché nel festival di diritti negati e spudorata ricchezza concorrerebbero la figlia, la signora Soumahoro, e due fratellastri della stessa. Col “diritto all’eleganza”? Coi soldi altrui?
Si dirà: ma il parlamentare non è indagato. Vero. Ma chi ha controllato questa candidatura da quelle parti? Non riesco a cancellare l’immagine del suo ingresso in Parlamento con gli stivali da lavoro infangati e il pugno chiuso, davanti agli smarriti commessi.
Se fosse in cantiere il diritto di cittadinanza, saremmo a un caso esemplare. Quell’ingresso nel “tempio delle Istituzioni” l’ho varcato per 34 anni. Posso avere il diritto di avvertire una profanazione?