Pare che la ruggente doppia campagna elettorale, culminata con i pur sorprendenti risultati favorevoli, abbia prodotto una frattura fra De Luca ed il suo successore, Federico Basile, eletto al primo turno sindaco di Messina. Il contrasto nasce sul rimpasto di giunta, richiesto da De Luca all’indomani dell’esito del voto, in quanto è apparso ai suoi intimi furente nei confronti di alcuni degli assessori e dello stesso sindaco, ai quali ha chiesto un cambio di passo, affermando che da parte di qualcuno di loro c’è stato un palese allentamento della tensione. Nel comizio di Fiumedinisi De Luca aveva detto: “Abbiamo un gruppo dirigente nuovo, iscrivetevi e partecipate a questi organismi politici. Chi pensa di campare di rendita con me sbaglia: chi ha avuto fortuna di essere eletto deve avere la capacità di costruire la posizione, lavorare e coinvolgere, senza avere paura degli altri. Basile e assessori non fate l’errore di adagiarvi: se non doveste sentire più la tensione, l’invito è a fare con onestà un passo indietro. Mi sento responsabile per Messina”. Come a dire “come vi ho creato vi posso distruggere”, prendere o lasciare: il capo politico di Sicilia Vera e artefice di “Sud chiama Nord” lancia un monito: “Non si può prendere di me solo la parte che conviene”. Il “capo” col suo sermone faceva riferimento all’aspetto elettorale, individuando almeno tre assessori in carica che, a suo avviso, non si sarebbero prodigati al massimo per la sua campagna elettorale: Carlotta Previsti, Enzo Caruso e Alessandra Calafiore. Per placare la sua rabbia e per ribadire il suo potere assoluto, De Luca adesso vorrebbe sul piatto qualche testa, ma avrebbe ricevuto una sorta di colpo di freno da parte di Basile che, invocando prudenza e buon senso, cerca di guadagnare tempo. Che senso ha infatti valutare gli Assessori non sulla base delle loro capacità nel loro ruolo, ma sulla loro operosità come capi-elettori. Federico Basile appare sereno, anche perché sa che è improbabile che il Consiglio comunale, anche se devoto in maggioranza a De Luca, possa votargli la sfiducia prima della conclusione del mandato in quanto i Consiglieri difficilmente vorrebbero rinunciare agli aumenti delle indennità che lieviteranno sensibilmente nei prossimi anni. Altre nubi incombono invece sulla maggioranza consiliare: i tre ricorsi presentati al Tar, che se accolti potrebbero far saltare il premio di maggioranza, e le voci che serpeggiano su presunti possibili cambi di casacca di consiglieri insoddisfatti e che attendono le nomine nelle municipalizzate ed i nuovi assetti del Governo regionale prima di assumere decisioni.