La Sicilia è una delle regioni europee a più basso grado di competitività. Non riesce ad uscir fuori dal gruppo dei "dannati", ovvero le aree territoriali meno sviluppate e si piazza al 214° posto su 234 regioni prese in esame dall'EU Regional Competitiveness Index 2022 appena pubblicato dalla Commissione Europea.
Il punteggio aggregato di competitività ottenuto dall'isola è 60,8. Nella precedente rilevazione al 2019 era invece di 63,5 (la Sicilia si piazzava 241 esima su 268 aree territoriali prese in esame) e in quella del 2016 il punteggio era 57,8 (con un piazzamento al 237° posto su 263 regioni). C'è stata dunque una marcia indietro nell'ultimo triennio.
Quali sono i parametri presi in esame dall'EU Regional Competitiveness Index?
Sono undici, organizzati in tre macro-voci: indicatori di base, di efficienza e di innovazione. La Sicilia è confrontata con altre quindici regioni europee considerate, per caratteristiche geografiche ed economiche, comparabili all'isola: per l'Italia ci sono Calabria, Campania e Puglia. Qui risalta all'occhio la prima sostanziale differenza: nell'indicatore complessivo di competitività, la Sicilia è otto punti indietro rispetto ai "peers", cioè le regioni confrontate alla pari.
Fra gli indicatori di base, quello sul funzionamento delle istituzioni è 45,8 contro una media dei pari che è 53,8. Gli altri indicatori (stabilità macroeconomica, infrastrutture, salute e educazione primaria) registrano valori più alti dei pari; addirittura, l'indicatore salute vale 113,4 contro una media di 87,5. Il sistema sanità, legato alla solidità delle politiche welfare, in Sicilia come nel resto del Paese è ancora un sicuro punto di riferimento per i cittadini.
Più carente la posizione della Sicilia rispetto agli indicatori di efficienza. L'indicatore "higher education & lifelong learning" che misura il livello di investimento nelle competenze qualificate è quasi trenta punti sotto la media dei pari (48,3 contro 76,4); anche l'indicatore sull'efficienza del mercato del lavoro è indietro rispetto alla media delle regioni confrontabili (35,6 contro 68,2).
Infine, negli indicatori sull'innovazione la Sicilia è indietro rispetto alle regioni alla pari, seppur non così in ritardo come per le altre due macro-voci di indicatori. Nella "technological readiness", ovvero il grado di maturità tecnologica, la Sicilia con un punteggio di 56 è indietro di quattro punti rispetto alle regioni alla pari; nell'indicatore sull'innovazione con un punteggio di 52, la Sicilia sta un punto e mezzo sotto rispetto ai diretti concorrenti (53,3).
Restano però terribilmente indietro i punteggi della Sicilia quando confrontati alla media del Paese e a quella dei 27 Paesi dell'Unione Europea, quest'ultima calcolata su base 100.
Così, ad esempio, l'indicatore di innovazione (di cui una voce importante è il numero di brevetti) in Sicilia vale 52, ma a livello Paese registra un valore quasi del doppio, cioè di 90,9. L'indice sul funzionamento del mercato del lavoro siciliano è 35,6, mentre il corrispondente valore nazionale è più del doppio, esattamente 75,4. Le dimensioni del mercato regionale valgono la metà di quello nazionale (il punteggio è 40,4 contro 97,4).
Nel livello di investimento in competenze qualificate, la Sicilia registra un punteggio di 48,3 mentre 76,8 è il corrispondente valore nazionale, non lontano da quello delle regioni confrontabili con l'isola.
Sul versante del "technological readiness", il grado di maturità delle tecnologie, la Sicilia con un punteggio di 56 è indietro di oltre dieci punti rispetto alla media nazionale (66,4).