Potrebbe sembrare una privilegiata Aurora, ragazza bene dell’aristocrazia calabrese, con un padre che la ama profondamente ed il fido Arturo, il suo cane mascotte che la accompagna e la protegge. Ma anche per lei arriva il giorno di confrontarsi con la sua condizione di donna, in un ambiente che riconosce al maschio il diritto di determinazione sull’altro sesso; un diritto incondizionato, cui anche le giovani donne di buona famiglia devono sottostare. Si muove lungo la traiettoria di legami familiari traditi, illusioni spezzate precocemente, sentimenti e corpi violati la trama di un romanzo avvincente, un tascabile che fa della denuncia il suo valore più grande, dimostrando come il più delle volte, anche oggi, le donne pagano sulla loro pelle la ribellione allo status quo. In primo piano il corpo con le violenze subite e con le somatizzazioni di quelle mortificazioni psicologiche che ogni donna più o meno conosce anche in tempi di riconosciuto progresso.
Ambientato negli anni Sessanta, nel Sud del nostro Paese, tra Calabria e Campania, lo scritto di Rossella C. Nunziata ha il pregio di una peculiarità linguistica che ripercorrendo i canoni del verismo, con l’uso sapiente del dialetto, porta il lettore a stretto contatto con le vicende narrate, per un’esperienza molto simile a quella filmica.
Le contraddizioni dei legami familiari, le ferite profonde di carenze affettive e soprattutto un fondamentale sbilanciamento tra il femminile e il maschile, alcuni dei temi portanti del romanzo, che attraverso la vicenda di Aurora, ragazza bene dell’aristocrazia calabrese, mette a fuoco i mali di una società patriarcale e maschilista che relega le donne in ruoli precostituiti, mortificando la minima volontà di autodeterminazione. In primo piano il corpo femminile, sia come oggetto di violenza maschile, sia come ricettacolo di un malessere psicologico che trova nella malattia mentale il suo naturale approdo. Un romanzo duro e delicato assieme sulle tante sfaccettature dell’animo femminile, che ha vissuto e continua anche oggi a vivere nella dialettica col maschile una lotta impari, segnata da ingiustizie e profonde disuguaglianze.
L’ambientazione è quella degli anni Sessanta, periodo di proteste e cambiamenti, che sembrano tuttavia non scalfire la grettezza di un pensiero arcaico e antiprogressista che, soprattutto al Sud, tocca tutte le donne di qualsiasi ceto sociale. La protagonista Aurora, intelligente e vivace, reagisce in modo punitivo, istintivo alla violenza sessuale subita dalla sorella, ma pagherà caro il suo gesto di ribellione. È il prezzo del riscatto che tuttavia tarda a venire anche per la difficoltà delle donne a vivere una solidarietà di genere.
Le vicende della trama si sviluppano lungo una traiettoria che nella fusione tra Calabria e Campania fa cogliere la differenza con un Nord apparentemente più tollerante verso la donna, ma toccato nel profondo da un pensiero ancora conservatore. Senza la pretesa ingenua di generalizzare, ma col coraggio di raccontare elementi ispirati a storie reali e sconosciute, il volume confessa l’altro lato di una medaglia che fu la rinascita del nostro Paese.
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