Anno nuovo vita nuova. Detto antico, antichissimo. Un semplice auspicio sempre ripetuto ad ogni primo gennaio, ma che dal giorno successivo abbiamo già dimenticato. E al Taorminafilmfest di vita nuova proprio non se ne parla. Quest’anno si dovrebbe celebrare l’edizione n. 69. E sì, dovrebbe, il condizionale è d’obbligo perché a sei mesi dalla serata di inaugurazione del festival del cinema di Taormina esistono solo le date, ultima settimana di giugno. Per il resto nulla di nulla. E del resto non potrebbe essere il contrario non essendo stato ancora nominato il direttore artistico. Nomina che dovrebbe fare la Fondazione Taormina Arte con la Sovrintendente Ester Bonafede e il direttore artistico di tutta la Fondazione Beatrice Venezi. A volte non basta un anno di lavoro per allestire un Festival del cinema degno della tradizione di Taormina. Quale programma, quanti concorsi, quale giuria, quali ospiti (internazionali sarebbe meglio), quanti giornalisti, dove alloggiarli, e le camere in albergo sono state prenotate? E tanti altri aspetti che fanno parte della complicata organizzazione di un festival importante. Quando nella stanze dei bottoni hanno deciso di non rinnovare anche per un solo anno (errore) il contratto a Videobank era lecito pensare che tutto fosse già programmato e deciso. E invece niente. E rimanda oggi rimanda domani siamo arrivati a gennaio 2023 e del festival del cinema non c’è traccia. Sì, qualche riunione, qualche nome. Nessuna decisione. Non solo la nomina del direttore del festival, ma neanche quanti soldi ci saranno per il festival. E come si fa a cercare sponsor in tempi così stretti? Chiunque sia il prossimo direttore dovrebbe non solo essere bravo, ma avere anche alcune delle qualità di Mandrake. Nel mese di gennaio bisognerà partecipare al bando del Ministero per entrare in graduatoria, ma è necessario avere un direttore artistico e un progetto festival ben definito. Ma di tutto questo non c’è traccia alcuna. La Regione Siciliana ha emanato un decreto (n.1452 del 4/10/2022) per una spesa di 3 milioni e 700 mila euro per una serie di iniziative durante i 15 giorni del Festival di Cannes. Sì, avete letto bene: 3 milioni e 700 mila lire. Fondi che dovevano essere impegnati entro il 31 dicembre 2022, e non un solo euro può essere dirottato sul festival del cinema. Ma con una somma del genere è lecito pensare che tutto il mondo presente a Cannes non farà altro che parlare di questa iniziativa promozionale con shooting fotografici, dodici in tutto, sperando che siano di livello, e interesse, superiore di quelle dello scorso anno. Queste foto, tanto per ricordarlo, furono anche esposte al Teatro antico proprio nei giorni del festival e, onestamente, non mi sembra che siano rimaste impresse nella mante di chi, in pochi, le ha guardate. Ma si può fare sempre meglio. Ci sarà una casa Sicilia per l’occasione nei saloni dell’albergo più prestigioso del Festival, il Majestic, il cui affitto sarà di 900 mila euro. Per il progetto “Sicily Women and cinema 2023” il mandato è stato dato ancora una volta, secondo anno consecutivo, alla “Absolute blu”, società con sede legale in Lussemburgo e che è produttore esecutivo degli eventi organizzati dalla Master Card Europe, sponsor ufficiale del festival di Cannes. E’ lecito aspettarsi per un investimento così importante e sostanzioso un ritorno senza precedenti. Vedremo.
Ma torniamo al Taofest a oggi nulla si sa. E non si può più perdere tempo e non si può più aspettare a meno che, e sarebbe davvero triste, non si decida, o peggio si è già deciso, di fare una edizione ridotta. E’ già successo nel 2017, situazione di forza maggiore, quando Taormina Arte organizzò un minifestival in poco meno di 50 giorni, ma assolutamente dignitoso. Pochi giorni, ma più che altro per garantire la continuità e non far perdere così i finanziamenti del Ministero. Ninny Panzera, all’epoca segretario generale, fece un gran lavoro. Allora fu una decisione del Tar, che bloccò il bando vinto da Videobank per un ricorso, a imporre questa decisione. Oggi non è così ma i giorni passano e nulla succede. A meno che questo nuovo governo regionale non voglia passare alla storia come quello che ha “affondato” il Taormina Film Fest. Taormina ha perso i Nastri d’Argento e i tentativi fatti dalla Fondazione per cercare di riportare i David di Donatello al Teatro antico sono destinati a non avere riscontri. Si pensi al Festival e si ricucino i rapporti con Laura Delli Colli e i Nastri D’argento. Sarebbe già un grande risultato.