Nel secondo semestre dell'anno l'economia italiana è cresciuta del 4,6%, ma la notizia, anziché essere celebrata dalle principali testate giornalistiche ha suscitato interrogativi, malumori, infausti presagi.
Al solito refrain, peraltro sacrosanto della sciagurata uscita di scena del governo di Mario Draghi, si aggiunge, in chiave globale, inflazione, aumento dei prezzi al consumo, crisi energetica.
Mai come in questo frangente, qualsiasi mutamento anche quello più positivo getta ombre sul futuro del mondo.
Felici dei refoli dell'insicurezza sociale, di guerre in atto e di conflitti all'orizzonte, di equilibri geo-politici in vertiginosa mutazione, la finanza di speculazione muove passi sicuri nel complessivo bailamme mondiale, soffiando sui prezzi del greggio, sulle derrate alimentari, financo sul commercio delle armi, vendendo i semiconduttori a prezzi, a sentire gli esperti, decuplicati rispetto al periodo precedente la guerra scatenata dalla Russia contro l'Ucraina.
Grande è la confusione sotto il cielo, quindi la situazione è eccellente. Per chi, se non per il governo cinese, la massima di Mao Zedong, torna utile, a seguito della guerra scatenata in Ucraina da Putin, per indurre il cambiamento degli assetti geo-politici? In pochi tra i commentatori più accreditati hanno vagliato l'ipotesi di un accordo preliminare intercorso tra Russia e Cina prima del 24 febbraio scorso, data dell'invasione russa dell'Ucraina, poggiante su tre punti: riacquisizioni dei territori appartenuti all'Unione Sovietica da parte della Russia, invasione cinese di Taiwan, spartizione del mondo in due zone d'influenza, la Cina a dominare in Asia e nelle Americhe, la Russia in Europa.
Se a tutto questo si aggiungesse l'attività frenetica di spionaggio esercitata dallo Sluzba vnešnej razvedki, meglio conosciuto in acronimo, SVR, il servizio segreto russo operante in ambito estero, si ricostruirebbero le diverse azioni di interferenze esercitate negli United States, in Francia, in Italia e, non ultimo in Ungheria, anche in altri paesi europei, senza contare il finanziamento diretto di partiti francesi, italiani, spagnoli, ungheresi e via discorrendo. Sommando le attività di spionaggio cibernetico affidato alle società di hackeraggio e l'iniziativa, in incognito, di conversione del rublo in criptovalute, si ipotizzerebbe il quadro reale, ormai in fase avanzata di penetrazione dell'economia dell'Europa occidentale a cura delle oligarchie russe.
In questo scenario, semplicemente accennato per ragioni di spazio, si colloca, secondo voci altolocate, l'intesa di carattere strettamente economico tra Cina e Russia per investire, alla conquista di fette di mercato europeo, con riferimento precipuo alla Germania, Spagna, Italia e Francia.
Con la realizzazione di tali opzioni strategiche, L'Europa e l'America, a vista muteranno volto. Per il momento basterà guidare azioni di risulta, preparatorie di forme di impoverimento delle popolazioni, alla stregua degli entroterra russi e cinesi, mandando alle stelle i prezzi, creando utili per società di speculazione formate allo scopo, e abituando le popolazioni americane ed europee a politiche pauperiste.