Singolare, straordinario, sorprendente, meglio di quanto avviene secondo la più raffinata tradizione anglosassone, in Sicilia è già pronto il “Governo Ombra” della Regione siciliana. La cosa eccezionale è che il Governo non c’è, ci vorrà un mese almeno prima che si formi, prima si devono accreditare formalmente gli eletti, poi si devono concretizzare gli accordi politici in relazione anche agli obiettivi. Quindi manca il Governo, ma c’è già l’Ombra: “Lo possiamo chiamare – afferma Cateno De Luca – anche Governo di resistenza. Per ogni assessore della Giunta Schifani ci sarà un assessore di De Luca, che spulcerà ogni atto dell’esecutivo e proporrà propri disegni di legge. E non solo”. Questo significa che si dovrebbe passare dalla non certo feconda stagione del “No Nello” ad una guerra preventiva annunciata ad un Governo che non si è ancora formato, quindi alla persona del Presidente Renato Schifani, colui che ha vinto su Cateno De Luca. Quindi non siamo di fronte ad un epico confronto tra laburisti e conservatori siciliani, ma alla ridicola e irresponsabile ripicca di un candidato perdente che vorrebbe alimentare una lunga guerra di logoramento per mettere al tappeto Schifani per poi sostituirlo con facilità. La crisi economica, la disoccupazione, la necessità di fare uno sforzo importante e unitario per superare una infausta congiuntura, non vengono neanche prese in considerazione. Prevale la cinica determinazione di continuare una lotta che ha come fine ultimo la sostituzione di una figura apicale della politica, ma, in attesa che questo possa avvenire, se mai dovesse avvenire, dovranno trascorrere anni di inutili sacrifici per tante persone, perdite di tempo, di finanziamenti e di opportunità. Inoltre, dal punto di vista politico, occorrerà capire cosa dovranno fare le forze politiche a cui gli elettori hanno assegnato il ruolo di opposizione: Movimento 5 Stelle e Pd. Dovranno muoversi su un terreno di fronte della emergenza siciliana o lavorare ad campo largo di opposizione? Tutto appare strano e anomalo, perché il comportamento tenuto da De Luca in campagna elettorale ha determinato una traiettoria che lo porta su posizioni difficilmente compatibili con un dialogo sereno e costruttivo. Gli obiettivi delle diverse componenti appaiono diversi e poi il Pd deve affrontare una importante stagione congressuale, mentre per quanto riguarda il M5S deve comunque mettere ordine al suo interno, avendo superato con successo la prova difficile della propria sopravvivenza. Ma i partiti, con congressi e riunioni di Organismi, riusciranno alla fine a trovare, democraticamente, una linea. In “Sicilia vera” non ci sono problemi, tutto è già stato deciso, a Fiumedinisi, in solitudine.