Che casino! Non sarà elegante, ma proprio non c’è altro modo per definire la situazione politica, tutta del centrodestra, che c’è in Sicilia sul fronte della candidatura alla Presidenza della Regione. E, diciamo anche questo a scanso di equivoci, un casino voluto e creato, volutamente creato, da quello che si crede il re della politica siciliana, quel Gianfranco Miccichè che per la sua slealtà politica e la arroganza, sempre politica, è già riuscito una volta a consegnare la Sicilia a quel centro sinistra guidato da Crocetta che è destinato a rimanere negli annali della storia come il peggior governo che la Sicilia abbia mai avuto. E quindi torna fuori prepotentemente il nome di Stefania Prestigiacomo che avrebbe il consenso di Forza Italia e Lega. Ma non quello di Fratelli d’Italia, almeno non ancora. Musumeci nella notte fa l’ennesimo passo indietro, cominciano in effetti a essere un po’ troppi questi passi indietro del Presidente, e annuncia (nessuno gli ha detto che in politica a volte prima di parlare à meglio contare fino a 100?) che “non ci sto più con questo squallido mercato dei nomi, mi ritiro e torno a fare il militante”. Un segnale per i suoi sostenitori? Militante, si sa, è uno che appartiene a uno schieramento, in questo caso politico, e sta agli ordini. Musumeci ha voluto dire ai suoi sostenitori di non ribellarsi alle indicazioni che arrivano dall’alto? In tanti protestano per la scelta della Prestigiacomo, un nome che poche ore dopo l’annuncio sembrava già bruciato in favore di un altro forzista doc: Giorgio Mulè. Politico e giornalista, dal 1º marzo 2021 sottosegretario di Stato al Ministero della difesa nel governo Draghi. È stato direttore di Videonews dal 2006 al 2007, Studio Aperto dal 2007 al 2009 e infine Panorama dal 2009 al 2018. Insomma un curriculum di prestigio. Un nome credibile o l’ennesimo che il mago (da baraccone) della politica siciliana sta uscendo dal suo cappello a cilindro e bruciarlo come ha fatto con tutti gli altri? E quale scopo? Vuole arrivare a candidarsi lui. Non è impossibile. Intanto il popolo di Fratelli d’Italia è in rivolta. Vogliono Musumeci. E minacciano di non votare un altro candidato. Le logiche delle liste e il traino dei candidati però avrà il peso principale. E De Luca gongola. Ma alla fine siamo proprio sicuri che l’esclusione di Musumeci che torna a fare il militante non sia il risultato di una divisione (spartizione) delle regioni: Lombardia alla Lega, Lazio a Fratelli d’Italia e Sicilia a Forza Italia. Se così fosse lo squallore sarebbe ancora peggiore. A questo punto ha certamente molto più dignità la candidatura della Chinnici che quanto meno, sia pure con primarie farsa e disertate, arrivano con indicazione della base.