di Mariella Piccione
...siamo solo giorni contati di vita inutile, neanche la morte ha nessun valore....(Matteo Messina Denaro, Iddu).
Abbiamo incontrato i registi, Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, in occasione dell'anteprima a Catania del film "Iddu", già in concorso alla 81' Mostra Internazionale di Arte Cinematrografica di Venezia. Iddu come Stromboli, ma anche uno degli appellativi con cui, nelle intercettazioni telefoniche e negli scambi di "pizzini" fra il politico e il boss, veniva individuato quest'ultimo.
Dopo "Salvo" e "Sicilian ghost story", noir con soluzioni esplicative taumaturgiche il primo e fiabesche il secondo, i registi avevano pensato di chiudere la trilogia estrinsecando, in forma di commedia, suggestioni di vita vissuta nella Sicilia degli anni '80. Hanno fatto di più raccontando, attraverso la relazione epistolare fra l'ex sindaco di Castelvetrano e Iddu, una storia che regala elementi di tragica ironia, in modo drammaticamente grottesco. "Quando, durante la lavorazione del film, il boss fu catturato - raccontano i registi - ci trovammo in una fase di empasse; dovevamo capire se il ritratto psicologico che avevamo ricavato dal materiale fin lì raccolto fosse coerente con quello che sarebbe emerso dal personaggio, divenuto reale". Complice la fotografia di Bigazzi, il "covo" del latitante propone un'atmosfera dai colori spenti, con rari sprazzi di luce, che contrasta con l'intensità cromatica delle scene in cui Catello, ex sindaco, esce di prigione; mentre la storia procede, i due mondi si avvicinano, e anche le rispettive cromie. Denaro era un boss anomalo: a differenza dei "colleghi", il cui livello di scolarità era prossimo all'analfabetismo, traeva diletto dalla lettura di testi letterari e conduceva, quando non si nascondeva, una vita dalle connotazioni borghesi; il linguaggio dei "pizzini" era sempre curato nel lessico e nella forma. Il film non vuole, dunque, essere il biopic di un personaggio (con un ego smisurato) ma, delineando le personalità dei protagonisti attraverso l'analisi "epistolare", coinvolge in modo corale pochi altri personaggi (non soltanto siciliani), i cui piccoli universi si fondono offrendo uno spaccato di quella parte di umanità satellite, spesso poco visibile.