Teatro Massimo Bellini e Teatro Stabile di Catania si uniscono in coproduzione per realizzare un Concerto Sinfonico-corale di grande respiro dal titolo generale ‘La prosa in musica’. Da questa unione artistica è nata una vera e propria rappresentazione in forma di concerto (senza scene, quindi) del ‘Peer Gynt” di Henrik Ibsen con le musiche di scena di Edvard Grieg.
Peer Gynt è un’opera decisamente anomala nella produzione letteraria di Ibsen; nata sotto forma di poema drammatico in versi, fu scritto nel 1867 e pubblicato a Copenaghen il 14 novembre dello stesso anno. Successivamente fu adattato dallo stesso autore per il teatro ed Ibsen chiese a Grieg di comporre le musiche di scena. In questa veste fu rappresentato per la prima volta ad Oslo (allora chiamata Christiania) il 24 febbraio del 1876. Resta comunque un’opera quasi irrapresentabile nella sua compiutezza essendo estremamente lunga e prevedendo, nel corso dei suoi cinque atti, una serie incredibile di cambi di scena. Tutto sommato ha avuto più fortuna la musica di Grieg, eseguita anche in forma autonoma grazie alle revisioni che ne ricavò il compositore: le due Suite strumentali op. 46 e op. 55 (costituite entrambe da quattro brani) e la ‘Musica di scena per soli, coro e orchestra op. 23 (per un totale di 26 numeri). Negli ultimi decenni è stato più volte tentato il recupero del testo teatrale con le musiche di scena, facendo comunque ricorso ad una riduzione teatrale, la più nota delle quali quella realizzata da Sergio Sablich, sia in versione scenica sia in versione concertistica.
L’edizione realizzata a Catania ha adottato la riduzione di Sablich mentre la versione ritmica è stata affidata a Sirio Scacchetti. Il Teatro Stabile si è occupato dell’allestimento con la regia di Alessandro Idonea, le luci di Gaetano La Mela e i suoi attori; il Teatro Massimo Bellini ha curato l’aspetto musicale con la direzione di Vitali Alekseenok, i solisti vocali, il coro istruito da Luigi Petrozziello e i Tecnici.
La vicenda narra le gesta di Peer Gynt, dalla giovinezza alle soglie della morte, attraverso luoghi fantastici in cui incontra esseri altrettanto fantastici (troll, mandriane, il Gran Curvo, il Fonditore di bottoni…), in una sorta di viaggio iniziatico alla ricerca di se stesso che si risolverà solamente alla fine con il ritorno a casa dove troverà ad aspettarlo la donna che lo ha sempre amato, Solvejg.
Il limite più evidente dell’opera ibseniana è proprio la scarsa attitudine drammaturgica mentre rimane alto lo spessore epico-poetico che promana da un testo immaginifico ricco di metafore. Proprio questo aspetto ha trovato rispondenza nella multiforme capacità attoriale degli interpreti, i quali hanno sopperito alla mancanza di azione con una ammirevole capacità espressiva interamente affidata alla parola e ai pochi gesti possibili, a partire dal protagonista, Franco Mirabella (Peer Gynt) affiancato da Giorgia Boscarino, Evelyn Famà, Pietro Casano, Rita Abela, Franz Cantalupo, tutti impegnati a dar vita a molteplici personaggi, così come Marcello Montalto (particolarmente versatile nel cambiare diversi registri) e Rita Fuoco Salonia, cui era affidato anche il compito di ‘narrare’ il fluire della vicenda.
Sul piano musicale c’era poi la preminente figura della candida Solvejg, il soprano Marily Santoro, che con carezzevole voce intonava la sua ‘canzone’ e la ‘ninna nanna’, momenti nodali della melodia di Grieg. Il baritono Enrico Marrucci, il basso Daniele Bartolini, il baritono Massimiliano Bruno e i soprani Martina Licari, Patrizia La Sala e Piera Bivona completavano il novero delle voci soliste
Se Alessandro Idonea provvedeva registicamente a dare unità alla drammaturgia, a coordinare la parte musicale era, dal podio, Vitali Alekseenok, direttore ospite principale del Bellini. La sua conduzione ha impresso grande freschezza al ritmo e luminosità timbrica ad una partitura di grande raffinatezza ed inventiva, trovando puntuale riscontro nell’orchestra etnea mentre il coro, dal canto suo, si inseriva con l’abituale autorevolezza.
Nonostante la non facile attenzione richiesta dal testo e dalla partitura, il pubblico ha colto la caratura dello spettacolo applaudendo con calore.