Da diversi mesi Cateno De Luca è fisicamente assente dal Comune di Messina e, anche se rimane intatta la sua responsabilità politica, è venuta meno quella funzione di sindaco-sceriffo che assicurava un certo controllo. Per la mancanza di vigilanza diretta, accentuata dal suo sopravvenuto malore, certi disservizi, soprattutto nell’ambito dei Servizi Sociali, si sono accentuati. La punta dell'iceberg delle tante sofferenze che patiscono quotidianamente coloro che sono bisognosi di assistenza culmina in un caso di tentato suicidio della madre disperata di due figli autistici. Emblematico di quanto succede ogni giorno in un Comune che dispone di Assessorato e di Agenzia Operativa (Messina Social City) è un brano di questa narrazione di Amelia Ferro che riportiamo: “Portare un essere umano alla disperazione da parte di un'amministrazione comunale è spregevole. Un grazie forte e sincero al comandante dei Carabinieri. Non faccio cenno del comportamento di una rappresentante del Parlamento, che con disprezzo ha declinato la richiesta di ascoltare quello che stava accadendo all'ingresso di Palazzo Zanca. Tutti hanno sentito la risposta e tutti sono rimasti ammutoliti. Se questa è umanità, questi sono i rappresentanti del popolo. Quando leggiamo notizie come quella di qualche giorno fa della madre che sfinita da una quotidianità di stenti nella solitudine e senza più forze uccide il figlio con spettro autistico, restiamo senza parole ma il fatto è accaduto, in Francia!. Sappiamo che la nostra mente, se messa a dura prova, può esplodere in una mancata lucidità fatale. Una madre di due bambini con disabilità, stanca, avvilita, perdendo ogni speranza di aiuto, dopo averlo chiesto per mesi ai servizi sociali, dopo aver comunicato le difficoltà di un'abitazione senza acqua né luce, dopo aver lottato per avere un aiuto sacrosanto a gestire i suoi due bambini, senza mai aver ricevuto risposte, dopo le spalle girate da chi avrebbe dovuto ascoltarla e aiutarla, si convince che non c’è più niente da fare, che la sua vita è solo un calvario di cui lei non ha più la forza di affrontarne i passi che la portano sempre allo stesso muro di gomma, quello sordo dell'amministrazione comunale. Comunica in preda alla disperazione di volersi togliere la vita, che ha un coltello in mano che entro pochi minuti avrebbe trafitto il suo corpo stanco! Vengono chiamati i carabinieri, il comandante in persona con grande calma si reca sul luogo dove si trova la signora, la implora di lasciare il coltello, le intima di rivedere la sua scelta disperata e le comunica che lui non sarebbe andato via finché lei non avesse lasciato l'arma con la quale aveva deciso di interrompere la propria vita! Dopo vari tentativi ci riesce, grazie alla sua grande professionalità, accompagna la signora, insieme ad Angela Rizzo, responsabile regionale dei Servizi Sociali di CittadinazAttiva, invitata a intervenire dai familiari della signora Mangano, al comune dove sono finalmente convinti di dover trovare una soluzione per la signora”. Dopo lo scampato pericolo, le Associazioni di volontariato hanno chiamato in loro soccorso l’on. palermitano Davide Faraone nella foto con la famiglia in questione), da sempre sensibile ai temi della disabilità che si è presentato presso l’abitazione della famiglia Mangano, ha recepito ogni dettaglio della spiacevole situazione e si è impegnato a fare un immediato intervento sul sindaco Basile. Ma se non dovesse produrre effetti, il deputato proverà a trovare ulteriori soluzioni.