Un principe orientale spiegava il segreto di un matrimonio felice: lo aveva sperimentato, sposando venti donne, e assegnando un ruolo ad ognuna di esse.
Così, vi era la programmatrice, l’amministratrice, la fattrice che sfornava figli, la vergine che stabiliva i giochi della castità, la politica, la sportiva e così via.
Evitando le sovrapposizioni dei ruoli, assicurava condivisa felicità.
Non conosciamo la qualità delle letture del cattocomunista Enrico Letta; sono, invece, esplose le sue teorie … “orientali” in questa fase agostana.
Così, partenza infelice con parole vuote, per la squalifica iniziale: l’attacco al sistema di voto, al “Rosatellum”, solo che Rosati, era, quando fu acclamato geniale autore, deputato comunista…
Appresa la notizia, ecco venire fuori il grande teorico della politica a forni multipli, roba da ricovero coatto e da contestuale disprezzo per il popolo elettore.
Disastrosa novità: la foto da collocare sul comodino, Letta e Calenda, o meglio Enrico e Carlo, viene sostituita perché trovino posto, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Luigi Di Maio – poverino – e “mister simpatia”, quello del logo… in locazione – scusate la confusione – Bruno Tabacci, che ha conosciuto tutti i letti della politica.
Indicata da tutti come “accozzaglia”, almeno per le insanabili divisioni, impossibilitata a governare per le improponibili geografie variabili, tentano la truffa del “dopo”.
L’incontro a tre, Letta, Calenda, Bonino riserva sorprese.
Perché? Perché il capofila entra in panico, vede crescere nei sondaggi il centro – destra e quindi ricorre alla convocazione dei disperati, Fratoianni nemico acerrimo del governo Draghi e Bonelli, capo dei “Verdi”.
Quindi la scuola di Bisanzio diretta da Letta non trova difficoltà, e inventa con scarso pudore costituzionale classi di invitati a pieno titolo, “Azione” e “+Europa”, e sottoclassi di tifosi, che, stringendosi sempre più la corda dell’evidenza, avranno diritti anomali, che Fratoianni, nuovo e riconosciuto erede del costituzionalista Costantino Mortati, così riassume: “Le differenze non devono diventare ostacolo alla convergenza. Siamo in campagna per impedire alla destra peggiore di avere la meglio”. “Andare contro”, era bestemmia per i radicali, che, invece, sono accucciati. La truffa si complica.
Calenda, piaccia o non piaccia, è di altra statura culturale, e notifica a Letta che lui invece vuole scendere dal “carrozzone”. Bonelli, “verde” di rabbia si affida al “naturale” e gli scaglia l’insulto pronto all’uso: “fascista”.
Questa la triste storia, che, ispirandosi al principe orientale del nostro esordio, moltiplica i letti ma non gli effetti. Semmai dice il comunista Boccia: “Ci saranno i percorsi paralleli”.
Conclusione: sarà utile al centro – destra il marasma in cui soffoca il centrosinistra?
La risposta è positiva ma condizionata: evitare la sottovalutazione.
Il “carrozzone” passerebbe sui corpi di chiunque.