E’ cosa naturale che i sogni finiscano all’alba, tuttavia la gran parte non lascia traccia in memoria, qualcuno che risulta particolarmente bello, ma oggettivamente impossibile da attuare, diventa il classico “sogno nel cassetto”, qualche altro, infine, può costituire ispirazione per un progetto di vita, di lavoro o di carriera, anche politica. Questa tipologia di sogni e di sognatori ha indubbiamente dato degli impulsi importanti alla evoluzione della politica, basterebbe pensare a Costantino o a Martin Luther King, ma senza volere scomodare la Storia possiamo affidarci alla cronaca che ci offre qualcosa di unico, inedito e straordinario: un sogno modificato, ma che sempre sogno è. L’on. Cateno De Luca, fondatore e capo assoluto di “Sicilia Vera” e di “Sud chiama Nord”, per anni ha dichiarato che il suo sogno ed il suo obiettivo era quello di diventare Presidente della Regione siciliana. In questi anni tanta acqua è passata sotto i ponti, sono stati conseguiti diversi successi, ma anche si sono incominciati a registrare abbandoni a fronte di errori, malattie, stanchezza e di mancanza di obiettivi chiari e conseguibili. Recentemente De Luca è stato agganciato da Fratelli d’Italia, mobilitati alla ricerca di voti per eleggere il Presidente della Consulta, forse interessati in primo luogo a raggiungere l’on. Francesco Gallo. Ma l’occasione è stata utile perchè qualcuno, sembrerebbe Arianna Meloni, gli chiedesse “cosa vuol fare da grande”. Una folgorazione? Una strategia scodellata insieme ad un piatto di lenticchie in una trattoria romana? I dettagli sono ancora top secret, le conseguenze di queste vacanze romane invece no, De Luca torna a Messina, raduna tutte le sue truppe e lo stato maggiore ed annuncia due cose fondamentali: il suo sogno non è più quello di fare il Presidente della Regione, ma il vice-Presidente, con una coalizione vincente, in pratica con il centro destra, probabilmente, anche se non detto, con l’’on. Gaetano Galvagno Presidente, perchè FdI rivendica questa carica. Immediata la reazione del deputato palermitano Ismaele La Vardera che con argomenti di semplice buon senso ed invocando un minimo di coerenza, contesta questa svolta ed abbandona il Gruppo che adesso è composta da soli tre deputati, all’inizio erano otto. Parabola discendente? Viale del tramonto? Forse si, ma Cateno De Luca, se proprio deve accettare le dure regole della real politik, non vuole rinunciare a comodità e prerogative. Una vice-Presidenza di Regione e poi un bel pacchetto di cariche compensative per rendere comodo e confortevole questo sogno numero due, tale da consentirgli di salvare anche la dignità. L’idea sua sembra bella, occorre però vedere se è buona e soprattutto se sarà comunque realizzabile, anche perchè La Vardera potrebbe essere la spia di un malessere più profondo.