La Regione Siciliana ha appena pubblicato sul proprio portale appalti il documento avente come titolo “Avviso pubblico esplorativo ai sensi dell’art. 193 del D. Lgs. n. 36/2023 complesso termale sito in Acireale – provincia di Catania, complesso termale sito in Sciacca - provincia di Agrigento”. Ne ha dato pubblicità sul proprio sito istituzionale con un comunicato stampa il 20 dicembre che chiosa in questa maniera: “La Regione ha già stanziato 90 milioni di euro all’interno dell’Accordo di coesione firmato a maggio scorso con il governo nazionale. I privati dovranno cofinanziare l’operazione con 94 milioni di euro”.
Facendo pertanto seguito alle buone intenzioni finora manifestate dal Presidente Renato Schifani, si è voluto così accelerare il processo di riqualificazione preliminare alla privatizzazione delle Terme di Acireale e di Sciacca, ovvero l’affidamento ai privati della gestione dei due complessi idrotermali, chiusi ed inattivi rispettivamente dal 2014 e dal 2017, anno più anno meno.
L’art.193 del decreto legislativo n.36/2023 menzionato nell’avviso pubblico regionale è quello del “codice appalti” nazionale riguardante la procedura di affidamento, il quale recita testualmente al comma 1 “gli operatori economici possono presentare agli enti concedenti proposte relative alla realizzazione in concessione di lavori o servizi. Ciascuna proposta contiene un progetto di fattibilità, una bozza di convenzione, il piano economico-finanziario asseverato e la specificazione delle caratteristiche del servizio e della gestione”. E via discorrendo, con altre specifiche tecniche sulle caratteristiche del piano economico-finanziario a corredo delle proposte di investimento.
Fin qui è tutto chiaro.
Solo che, accedendo al portale appalti della Regione Siciliana, fino a stamanttina agli operatori economici interessati all’avviso non è data la possibilità di visualizzare gli allegati, ovvero tutta la documentazione di gara con cui l’ente concedente, cioè la stessa Regione, mette a disposizione dei potenziali concessionari i dati e le informazioni necessari per formulare la proposta di investimento.
Dall’allegata foto che pubblichiamo, messaci a disposizione da un operatore economico abilitato ad accedere regolarmente al portale appalti della Regione Siciliana, sembra, dunque, che al momento si possa partecipare all’avviso, ma soltanto “al buio”.
In attesa di capire se la Regione rimedierà prestissimo a questo “bug” informatico, altrimenti si tratterebbe di una grave omissione procedurale in fatto di trasparenza, appare comunque abbastanza insolito che il Presidente Renato Schifani che, con la collaborazione della sua consulente l’ex parlamentare Simona Vicari ha avocato a sé l’intero dossier sul termalismo siciliano, continui a mantenere stretto riserbo sull’intera vicenda, forse per eccessiva prudenza istituzionale.
In questi mesi al dossier Terme hanno lavorato consulenti, tecnici e ci sono state diverse riunioni interdipartimentali. Tuttavia, il Governatore ha ritenuto opportuno non tenere pienamente informate le comunità locali di riferimento, ovvero Acireale e Sciacca, nei cui territori insistono da sempre le strutture termali di proprietà della Regione.
Proseguendo così sulla stessa scia del suo predecessore, l’attuale Ministro Nello Musumeci che, a conclusione di una importante ricognizione sulle condizioni strutturali ed economico-finanziarie dei due poli idrotermali effettuata durante il suo governo, non volle però informare le comunità locali, anche il Presidente Schifani ha deciso di glissare sulla possibilità di incontrare pubblicamente la cittadinanza di Acireale e quella di Sciacca.
Finora, ha preferito l’interlocuzione politica e riservata con i deputati locali e con i Sindaci delle due cittadine, senza mai entrare nel dettaglio su cosa la Regione intenderà fare del termalismo isolano nella sua interezza. Al termine di ciascun incontro, solo qualche asciutto comunicato stampa, senza mai specificare i contenuti del progetto di rilancio.
Non finisce qui però.
Oltre ad Acireale e Sciacca, che sono strutture pubbliche allo stato fortemente degradate, vi sono in Sicilia altri stabilimenti termali privati, alcuni dei quali regolarmente funzionanti, che attendono però di sapere dall’on. Schifani quale sarà la loro sorte, nel momento in cui dovranno rinnovarsi a breve le concessioni regionali per lo sfruttamento dei giacimenti idrotermali.
Concessioni che, come quelle per Acireale e Sciacca, dovranno andare a gara pubblica, in ossequio alla direttiva n.2006/123/CE del Parlamento europeo nota come Direttiva Bolkestein.