Forza! Un ultimo sforzo e lunedì pomeriggio prossimo anche Catania avrà, finalmente. un nuovo sindaco. Direte, ma ci potrebbe essere la possibilità di un ballottaggio. Giusto, in politica, lo abbiamo visto più volte, tutto può succedere anche se le possibilità in questo caso mi sembrano davvero ridotte al classico lumicino. Si, di quelli che si spengono al primo soffio di un vento leggero. Siamo in dirittura d’arrivo di una campagna elettorale alla quale, almeno a Catania, non eravamo abituati da tempo. Niente urla, niente accuse di impresentabilità, niente demonizzazione degli avversari. Ma confronti, tanti confronti reali e virtuali. E quasi sempre civili. Confronti nei quali si è parlato di programmi, di idee, di cosa da fare e in fretta anche, prima che la città sprofondi definitivamente nel fango e senza bisogno di alluvioni. La città è in dissesto è vero e i catanesi non hanno dimenticato e mai dimenticheranno chi devono ringraziare. E, si badi bene, non lo dico io ma lo ha detto la sentenza, più sentenze, della Corte dei conti. E quel signore, dinosauro della politica, ha avuto anche la faccia tosta di presentare una lista in appoggio a Maurizio Caserta, candidato come tutti ormai sanno del Centro sinistra o Fronte progressista non so più nemmeno io come chiamarlo. Una lista che porta il nome “Bianco per Catania” come se fosse un valore aggiunto. Tutti sanno, alla fine, cosa ha fatto Bianco per Catania. Una lista dove lui non è nemmeno candidato, non può per l’interdizione decisa dalla Corte. Ma è candidata la figlia che non conosciamo e quindi non giudichiamo e alla quale, di cuore, auguriamo una carriera politica migliore di quella del padre non tanto per gli incarichi ma per i risultati ottenuti e non dovrebbe essere poi così difficile.
Maurizio Caserta un successo lo ha già ottenuto. E’ riuscito a tenere uniti Pd e Cinque Stelle, unità che nel resto del Paese è andata a farsi benedire. Se poi i Cinque Stelle anche a Catania faranno registrare il flop di tutte le altre amministrative allora non ci sarà proprio nulla da fare. Conte ha rassicurato tutti dicendo che a Catania i Cinque Stelle faranno segnare il grande riscatto. Be’ con le percentuali da prefisso telefonico del resto d’Italia non sarà poi così difficile. E Conte potrà dire tutto fiero: lo avevo detto io. Niente urla dicevamo in campagna elettorale eccezion fatta per un signore che con l’accento messinese, anzi della provincia di Messina, ha cercato, inutilmente di alzare i toni. Niente da dire contro i messinesi, per carità. Anche io lo sono e dopo più di mezzo secolo (che impressione scriverlo) vissuto a Catania città che amo ogni tanto il mio accento tradisce la mia nascita. Ma il messinese, sì lui Cateno De Luca, pensa di ripetere correndo ancora da solo lo stesso miracoloso successo avuto alle regionali. Auguri. Ha un candidato sindaco, l’avvocato Savoca alquanto sconosciuto, almeno a me (ma questo non fa testo) e credo che dovrà augurarsi di arrivare alla soglia del 5% per entrare in Consiglio comunale. Se non dovesse riuscirci per De Luca sarebbe un vero e proprio massacro politico. E magari si rifarà a Taormina dove è candidato in prima persona contro l’uscente Mario Bolognari, ma nel suo cammino ha perso tanti pezzi importanti e non ha più la certezza che aveva a inizio corsa. Altri candidati sindaci autonomi Zappalà, Drago, Lipera. I complimenti per il coraggio li meritano tutti. Non hanno alcuna possibilità, come De Luca del resto. Chissà, entriamo nel mondo della fantapolitica, forse sperano tutti in un ballottaggio in modo da poter offrire i loro voti a questo o a quel candidato. Ma come dicevo all’inizio le possibilità di un ballottaggio sono davvero poche anche perché, siamo sempre speciali noi, basta tagliare il traguardo del 40% per essere eletti al primo turno e non il 50% come nel resto d’Italia grazie a una legge del 2016 votata dall’Assemblea regionale siciliana. Enrico Trantino quindi, lo so i pronostici non si dovrebbero fare, potrebbe spuntarla subito. Ha una coalizione troppo forte e liste che raccoglieranno voti su voti. Questa la forza di Enrico Trantino che, come Maurizio Caserta, ha avuto il merito, grande merito, di non alzare la i toni di questa campagna elettorale. Semmai per Trantino i guai potrebbero cominciare dopo, a fascia indossata, quando tutti i lupi della vecchia politica che lo circondano spalancheranno le loro fauci mostrando i denti aguzzi i cerca di cibo. Sarà il primo vero branco di prova per Trantino sindaco che deve dare un segnale forte alla città. E anche i lupi che lo circondano se ne dovranno rendere conto. Catania non è più un osso da spolpare anche perché non c’è più niente da spolpare e i soldi che arriveranno, e ne arriveranno tanti, servono a rimetterla in piedi questa città e non a soddisfare egoismi politici: E, purtroppo, non solo politici.