Si intitola "Un Cantiere per Catania" e ha come sottotitolo "Organizzare insieme la Speranza". È un documento predisposto da laici cattolici, adulti e giovani, dell'Arcidiocesi di Catania.
Una nota ispirata al senso di discernimento, in vista delle elezioni amministrative del 2023, che è anche un altrettanto invito all'elettorato ad usare discernimento, perché il diritto-dovere del voto sia innanzitutto esercitato, non sia praticato a cuor leggero, non sia imbrigliato nella logica dei favori. Insomma, che sia un voto per la città, "piena di macerie" e che "mostra un volto stanco e rassegnato", recita il documento.
Il testo, redatto in collaborazione con l'Ufficio per la pastorale sociale e il lavoro dell'Arcidiocesi di Catania, fa seguito alla nota "Non possiamo tacere" presentata dallo stesso gruppo di lavoro (con numerose aggregazioni laicali che l'hanno sottoscritto) il 5 settembre scorso in occasione delle elezioni regionali di settembre. Anche in quel caso, l'invito era al discernimento.
"Non ci interessa indicare un partito o dei nomi di candidati, ma piuttosto suggerire un criterio di giudizio che parta da un lavoro già in atto. Perché non vogliamo restare alla finestra a guardare né fermarci alla lamentela" recita il comunicato di accompagnamento al documento, presentato sabato scorso in arcivescovado alla presenza di mons. Luigi Renna, introdotto da don Piero Sapienza e illustrato dall'ex prefetto Claudio Sammartino, commentato da due giovani Mirko Viola (Città Insieme) e Mariachiara Papa (Progetto Policoro). L'incontro è stato moderato dal giornalista Giuseppe Di Fazio ed è stato arricchito da un breve dibattito svoltosi alla fine.
Catania è una città piena di contraddizioni. In cui coesistono due anime. Quella dell'innovazione, spinta dagli investimenti di ST Microelecronics ed Enel Green Power che, rafforzando la loro presenza nel territorio, rilanciano conseguentemente occupazione ed indotto. Ma c'è anche l'anima della povertà educativa, con il triste primato nazionale della dispersione scolastica e con una percentuale di NEET, dei giovani che non lavorano non si formano né studiano, che è tra le più alte in Europa. In mezzo a questi due poli opposti, c'è un tessuto sociale cittadino che si sta sfilacciando, perché "ciò che c'è di buono" non arriva mai a sistema e si perde strada facendo; viceversa, "ciò che buono non è" non viene neutralizzato in tempo e riconvertito al bello, al produttivo, al bene comune.
L'Arcivescovo di Catania, nel suo discorso alla città del 4 febbraio scorso, ebbe a dire "C'è bisogno di creare un'alleanza fra le generazioni: giovani e meno giovani, i nostri giovani vivaci e intelligenti, che possono essere fermati dall'emigrare solo se consegneremo loro la responsabilità di pensare e guidare, perché ne sono molto capaci. Occorre fare un'alleanza fra i quartieri per non essere preda di coloro che vendono promesse che non realizzeranno mai perché fa loro comodo avere persone che non conoscono i loro diritti. Occorrono politici che sappiano studiare i mali di Catania e le loro soluzioni, che siano liberi da vincoli che li appiattiscono non sul presente, ma sul peggiore passato"
Con questa consapevolezza, conclude il documento, "vogliamo vivere le prossime elezioni amministrative e condividere con quanti lo vorranno il Cantiere per Catania"