Proseguendo nella interessante politica di commissionare nuove composizioni a musicisti siciliani, il Teatro Massimo Bellini ha inserito ancora una volta in un concerto della sua stagione sinfonica 2023, un brano appositamente composto da Jo Schittino, incastonato tra due perle del sinfonismo otto-novecentesco. Così fra i tre schizzi sinfonici che costituiscono ‘La Mer’ di Claude Debussy, opera del primissimo Novecento e capolavoro indiscusso alle soglie della modernità, e i celeberrimi ‘Quadri di un’esposizione’ di Modest Mussorgskij del 1870 (nell’altrettanto celebre versione orchestrale di Maurice Ravel del 1922), ecco inserito ‘De 10h30 à 10h45 sur La Mer’ del compositore siracusano.
Diretta con maestria da Antonino Fogliani (lo ricordiamo ancora oggi alla guida della nostra orchestra per una memorabile Maria Stuarda di Donizetti interpretata nel 2009 da Mariella Devia), l’Orchestra Stabile del Bellini è apparsa in grande forma e lucidità, dimostrando ancora una volta una duttilità che le consente di passare dalla lirica alla sinfonica, anche contemporanea, con grande concentrazione. Raffinata l’esecuzione de ‘La Mer’ di Debussy, di cui abbiamo potuto apprezzare la vasta gamma di colori in cui si articolano i tre schizzi che ‘raccontano’, tra impressionismo e simbolismo, la profonda capacità mimetica del mare: ‘De l’aube à midi sur la mer’,’ Jeux de vagues, ‘Dialogue du vent et de la mer’.
Proprio al primo di questi schizzi si ispira la composizione di Jo Schittino, concepita durante una crociera compiuta a bordo di una nave sui mari Adriatico ed Egeo nel 2022 e successivamente orchestrata con ampia dovizia di organico. Il titolo, ‘De 10h30 à 10h45 sur La Mer’, richiama esplicitamente una battuta rivolta da Erik Satie all’amico Debussy all’indomani della prima. Quindici fantomatici minuti sul mare (tanto dura esattamente la composizione) che sembrano volersi porre quale punto di mediazione tra lo stile dei due compositori francesi in un connubio di emozioni, sensazioni, gigantismo sonoro, complessità strutturale ed armonica, ‘giocando’ tra tonalità, modalità e imprevedibili dissonanze, con alleggerimenti istrionici tipici di Satie (come non pensare alla ‘sirena’ del balletto Parade quando si ascolta analoga ‘intrusione’ nella partitura di Schittino…) in un contesto di elaborata e magica orchestrazione assolutamente personale. Pur non particolarmente abituato al repertorio contemporaneo, il pubblico è rimasto giustamente ammaliato e ammirato, tributando grandi festeggiamenti all’indirizzo del compositore.
La seconda parte era poi riservata al grande sfolgorio di colori che Maurice Ravel ha riservato ai ‘Quadri di un’esposizione’ di Mussorgskij; una pagina nata per il pianoforte (costituendone un grandioso affresco) la quale ha conosciuto uno sconfinato numero di trascrizioni, sia per grande orchestra sia per ensemble più ristretti, sconfinando addirittura nel progressive rock con la celeberrima edizione degli Emerson, Lake & Palmer del 1971.
Con il suo gesto direttoriale Antonino Fogliani ha impresso alla grande prova dell’Orchestra del Bellini il suggello di una accuratissima esecuzione, ricca di verve e di colori, accompagnando la visione dei dieci quadri fino all’apoteosi della ‘Grande porta di Kiev’. Una magnifica serata!