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Taormina filmfest: mai così in ritardo

2023-02-17 11:02

Fabio Tracuzzi

Cronaca, Attualità, Focus,

Taormina filmfest: mai così in ritardo

A pochi mesi dall'inizio del festival del cinema di Taormina tutto sembra in alto mare. Non si sa niente del programma e non c'è un direttore artistico.

 

“Stiamo lavorando”. Questa la parola d’ordine o se preferite il ritornello che i diretti interessati, al momento pochi in verità, ripetono quando chiedo informazioni sullo stato dell’arte del Festival del Cinema di Taormina che dovrebbe cominciare il 24 giugno. Cosa effettivamente si nasconde dietro quel “stiamo lavorando”, francamente non lo sappiamo ma vogliamo augurarci che sia quasi giù tutto pronto. Siamo quasi a fine febbraio e ben poco, quasi niente, è lecito sapere. Si sa per esempio che in Finanziaria è stata assegnata una somma, 350 mila euro, per il festival che si vanno ad aggiungere a 200 mila già in “cassaforte”. Si sa che l’assessore al Turismo Elvira Amata quello che poteva fare nei pochi giorni a sua disposizione dopo il suo arrivo in via Notarbartolo dunque lo ha fatto. Quei soldi andranno alla Fondazione Taormina Arte proprietaria del Festival e che quindi dovrà anche organizzarlo. E Taormina Arte ha tutte le competenze e le professionalità per organizzarlo avendolo fatto con Ninni Panzera segretario generale per ben 35 edizioni.  E che edizioni! Non ci sono più i tempi tecnici per allestire un bando. E per avere quel finanziamento vuol dire che un progetto è già stato presentato. Ma quale progetto? Buio totale e chi lo ha letto non sembra essere molto entusiasta. Ma è un’impressione personale. Proprio martedì Mario Bolognari, Ester Bonafede e Beatrice Venezi hanno parlato del festival  che, si dice, dovrebbe essere innovativo. Francamente parlando di festival del cinema non riusciamo a capire cosa ci possa essere di innovativo, ma più che una nostra considerazione sarà certamente un nostro limite. E come si può scrivere il programma di un festival, qualsiasi festival per quanto innovativo possa essere, senza aver condiviso quel programma con un direttore artistico che a quanto ne sappiamo non c’è e nessuno è stato contattato. Bolognari getta acqua sul fuoco: “La certezza del finanziamento è arrivata solo da pochi giorni”, ma se conosciamo bene il sindaco un po’ preoccupato lo è anche perché si trova, in campagna elettorale, ad arginare praticamente da solo l’annunciata invasione di Cateno De Luca. E della grana festival avrebbe fatto volentieri a meno. Organizzare un festival non è come mettere insieme un programma di Cine Club che, anche questo, per avere un minimo di credibilità e di seguito va organizzato col necessario anticipo. Per Taofest che comincerà  l’ultima settimana di giugno il ritardo nei lavori è già incolmabile. Il nuovo assessore al Turismo, Elvira Amata, certo non può avere alcuna responsabilità. Farebbe bene, se ci è permesso un parere, a prendere in mano la situazione e farsi relazionare da Sovrintendente, Ester Bonafede, e direttore artistico della Fondazione, Beatrice Venezi. La domanda da fare è una sola e semplice: signori, in questo caso signore, a che punto è il Festival del cinema? Non dovrebbe essere difficile. E magari lo ha già fatto. Adesso noi crediamo, ma vorremmo essere smentiti e saremmo pronti ad ammetterlo senza se e senza ma, che questa edizione del Festival di Taormina, sperando che si arrivi a metterlo in piedi, sarà modesto. Hanno tentato invano di riportare al Teatro antico i David di Donatello con la speranza di riportare a Taormina un’atmosfera in bianco e nero che non esiste più. E si fa fatica a capirlo. Sarebbe bastato invece cercare di convincere il Sindacato giornalisti cinematografici di riportare a Taormina i Nastri d’argento. Operazione molto più semplice e soprattutto molto ma molto meno costosa. I Nastri erano di casa a Taormina e siamo riusciti a farli scappare. Ma volendo il recupero è ancora possibile. Ne siamo più che certi. Ma questo accadeva col vecchio governo regionale. C’è stato un imprenditore onesto e coraggioso che si è fidato, sbagliando, della politica.  Lino Chiechio di Videobank che per tre anni ha organizzato il Festival, un’edizione addirittura straordinaria, e dalla Regione non ha avuto alcun aiuto, solo briciole e tante promesse mai mantenute. Ed ha messo di tasca tanti ma tanti soldi. Gli avevano fatto capire che lo avrebbe organizzato ancora lui per recuperare l’edizione della pandemia. Lo hanno anche annunciato nei ringraziamenti della serata conclusiva dello scorso anno. E come  è finita?. Siamo qui ad aspettare. Loro “stanno lavorando”. L’unica cosa certa è che Videobank non organizzerà più il festival. E gli addetti ai lavori lo cominciano già a rimpiangere.