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Teatro Stabile: De Fusco rilegge Pirandello

2023-01-24 12:47

Aldo Mattina

Cronaca, Spettacoli, Focus,

Teatro Stabile: De Fusco rilegge Pirandello

Grande sforzo produttivo del Teatro Stabile di Catania con il Teatro della Toscana Teatro Nazionale, Tradizione e Turismo – Centro di Produzione Sannazzaro

 Quando un regista ‘cuce’ addosso ad una attrice di talento il personaggio di un grande drammaturgo… È quanto accaduto al teatro Verga nel più recente spettacolo prodotto dallo Stabile etneo per “Come tu mi vuoi” di Luigi Pirandello. L’attrice è Lucia Lavia, il regista è Luca De Fusco, direttore artistico del teatro catanese.

     Non è certamente il Pirandello più rappresentato, questo testo del 1930, scritto in un imprecisato tempo precedente ed affidato dal girgentano alla sua ‘musa’ Marta Abba, ma non per questo è privo di interesse come ben si accorse il Teatro Stabile di Torino quando, agli inizi degli anni ’80 lo mise in scena con un’altra grande artista, Adriana Asti che ne fece un’edizione di riferimento. Ma torniamo al presente; un presente sicuramente più moderno ed intrigante che Luca De Fusco realizza avvalendosi di una tecnologia ad ampio raggio ed una ‘multimedialità’ frutto di un lavoro con quello che il regista definisce ‘il suo storico staff’, da Marta Crisolini Malatesta (scene e costumi) a Luigi Saccomandi (luci), da Alessandro Papa (proiezioni) ai movimenti coreografici Noa e Rina Wertheim-Vertigo Dance Company, per le musiche di Ran Bagno). Un grande sforzo produttivo firmato dal Teatro Stabile di Catania insieme al Teatro della Toscana Teatro Nazionale, Tradizione e Turismo srl – Centro di Produzione Teatrale – Teatro Sannazzaro. Ma non è tutto perché De Fusco è intervenuto anche sul testo, riscrivendo insieme a Gianni Garrera il primo atto, forse per dare una ‘raddrizzata’ a quella che lui definisce una commedia ‘imperfetta’, riducendone la durata ad un’ora e quaranta senza soluzione di continuità.

     Anche in questa commedia Pirandello gioca ambiguamente su una ‘doppia vita’ quella della Ignota protagonista dall’oscuro passato di ballerina  che ritroviamo in una gaudente Berlino di inizio secolo ‘ospite’ del suo attuale amante Salter (e di sua figlia) ma fortemente incline ad accompagnarsi ad occasionali estimatori con cui gozzovigliare. De Fusco ne descrive oniricamente la situazione avvalendosi di proiezioni, velari, giochi di luci nei quali immergere una mimetica e ‘selvaggia’ Lucia Lavia (qui conosciuta come Elma), nella foto di Antonio Parrinello,  intenta a danzare freneticamente con i suoi ‘doppi’ proiettati di diverse dimensioni. Ma l’ingresso in scena di un certo Boffi, che è certo di riconoscerla come Cia, moglie del suo amico Bruno Pieri (da cui è ritenuta morta da dieci anni), spinge Elma ad abbandonare Berlino per ritornare nella sua Italia e ‘calarsi’ completamente nei panni di Cia. Ma al rivelarsi di interessi più economici che emozionali da parte di Bruno e dei suoi parenti (tra loro sono scattati interessi di natura ereditaria) Elma-Cia ridiventa L’ignota e decide di tornare col suo amante Berlinese che, pure, aveva cercato di screditarla (per vendetta? Per amore?) presentandosi in casa Pieri con una povera disabile che sarebbe stata la vera Cia…

     Tutta la commedia sembra avere la sua ragion d’essere nella presenza fagocitante della protagonista, intorno alla quale tutto ruota. Per lei si tratta quindi di un vero banco di prova (non dimentichiamo che Pirandello pensava al ‘sua’ Marta Abba). Lucia Lavia ha dimostrato di avere, nonostante la giovane età, una maturità da grande interprete, oltretutto alle prese con una molteplicità di registri, dalla parola al gesto, alla danza. Era poi attorniata da un gruppo di splendidi attori, Francesco Biscione, Alessandra Pacifico, Paride Cicirello, Nicola Costa, Alessandro Balletta, Alessandra Costanzo, Bruno Torrisi, Pierluigi Corallo e Isabella Giacobbe.

      Applausi scroscianti, alla fine.