Liliana Pizzo. In Italia nel mondo della pallavolo, e non solo in quello, non c’è una sola persona che non conosce questo nome. Semmai in tutta Italia si chiedono come mai Catania, la sua città, non ha ancora fatto nulla per lasciare di lei un ricordo indelebile e non solo nei cuori di chi le ha voluto bene. E assolutamente meritato. Io ricordo benissimo che proprio nel giorno del suo funerale nella chiesa di Acitrezza davanti al feretro all’uscita della chiesa nacque l’idea di fare in modo che Catania ricordasse per sempre il nome di Liliana Pizzo. Lo dissi subito alle figlie Donatella e Tiziana che me furono felici. Una possibilità che alleviò in qualche modo il loro dolore. Lo stesso dolore del figlio Piero papà di quel Paolo Pizzo che tante medaglie d’oro con la sua spada ha portato, tra Mondiali e Olimpiadi, nelle bacheche del Coni e della Federscherma. Ma passano i giorni, le settimane, i mesi e gli anni. E nelle pieghe del trascorrere dei giorni si nascondono incidenti di percorso e, non certo per cattiva volontà, non si può dare seguito alle promesse, alle idee che si erano affacciate nel giorno del massimo dolore. Anche in casa dei figli di Liliana si è dovuto lottare, e chi lotta vince come ha sempre insegnato mamma Liliana insieme a papà Paolo. Donatella non ha fatto mistero del suo mieloma multiplo e dell’autotrapianto di midollo che ha dovuto subire e il nipote Paolo, figlio di Piero, ha raccontato in un libro scritto dall’amico giornalista Maurizio Nicita, la sua battaglia contro un tumore. Battaglia vinta e il 17 settembre vedremo proprio un film su Rai 1 che porta il titolo del libro: “La stoccata vincente”. Ma ora che un briciolo di normalità si è affacciato nelle loro case ecco che la nuova battaglia, una battaglia d’amore questa volta, prende piede. Intestare il Palacatania a Liliana Pizzo. Pala Liliana Pizzo. Dovrebbe essere un atto dovuto e quest’anno, che grazie alla tenacia e al coraggio di un dirigente catanese, Luigi Pulvirenti che ha riportato la pallavolo catanese nel mondo dei grandissimi (ci mancava da troppi anni), sembra proprio l’anno giusto. Il sindaco Enrico Trantino e l’assessore allo Sport Sergio Parisi non devono lasciarsi sfuggire l’occasione. Quando lavoravo a Milano nella redazione del settimanale Pallavolo sentendo che io e Maurizio Nicita eravamo catanesi due nomi tutti ci facevano: Carmelo Pittera e Liliana Pizzo. Hanno vinto scudetti a Catania, cosa difficilissima, hanno allenato le rispettive nazionali. E Liliana Pizzo, eccezione fatta per una straniera, Julia Bendeova diventata negli anni catanese come le sue compagne, ha tirato su levandole dalla strada, e non è il classico modo di dire, decine e decine di ragazze tutte catanesi con allenamenti durissimi in quel Palazzetto di Piazza Spedini, che allora sembrava grandissimo ma era poco più di una palestra coperta e oggi giustamente intitolata a Luciano Abramo. Presto comincerà la Superlega di Pallavolo dove la Saturnia Farmitalia giocherà in un Palazzetto gremito le sue partite casalinghe. Sarebbe bello poter giocare quelle partite al Pala Liliana Pizzo.