Il dilemma è quasi shakesperiano. To AI or not to AI? Fino a che punto, insomma, affidarsi all’intelligenza artificiale nella quotidianità, nel lavoro professionale, nelle attività educative di insegnamento e formazione, nel giornalismo, e via discorrendo. Un interrogativo importante, non di poco conto, perché comunque l’intelligenza artificiale in modo pervasivo sta interessando su scala globale tutti i settori dell’economia, tocca vari ambiti della società civile, coinvolge attivamente il mondo della sanità e dunque ha a che fare pure con la sfera della salute delle persone. Di fronte a tanta pervasività, non sono pochi i profili etici da prendere in debita considerazione.
To AI or not to AI sarà il titolo di un panel che lunedì 21 ottobre, alle 17.30, alle Ciminiere di Catania sarà allestito all’interno del Catania Off Fringe Festival, evento promosso ormai da due anni e che fa seguito al Milano Off Fringe Festival, un originale progetto artistico-culturale, con ricadute sul marketing territoriale, sul turismo destagionalizzato e sul sociale.
La discussione, che ha come sottotitolo “Conversazioni intelligenti sull’intelligenza artificiale”, sarà una sorta di viaggio inedito nel mondo dell’intelligenza artificiale. Una esplorazione, a più voci, su sfide, impatti e dubbi che le nuove tecnologie predittive e generative avranno in settori ed attività nei quali ancora oggi è dominante l’intelligenza umana.
A conversare col moderatore saranno innanzitutto due “heavy users”, si chiamano così, due attivi utilizzatori dell’intelligenza artificiale nel loro lavoro.
Sono il manager Dario Colombo e l’imprenditore ed innovatore Biagio Teseo. Entrambi al tema hanno dedicato un libro.
Colombo è autore di “Tu Robot” (Oakmond Publishing, 2023), un esperimento unico nel suo genere, ovvero la prima opera letteraria scritta da un sistema di intelligenza artificiale, con un incipit davvero intrigante: dalla politica di mercato al mercato della politica.
Teseo, già autore di “Metaverso: realtà virtuale e avatar” (Amazon, 2022), ha appena scritto “L’Intelligenza Artificiale ci distruggerà tutti …ma anche no!” (Amazon, 2024), una sorta di manuale di convivenza con l’intelligenza artificiale e il nuovo umanesimo.
Due libri interessanti, scritti da chi conosce la materia perché la padroneggia bene, prestando però pure attenzione ai risvolti etici e alla assoluta centralità dell’uomo nel rapporto con le tecnologie predittive e generative.
A seguire ci saranno gli interventi di altri professionisti che hanno introdotto l’impiego dell’intelligenza artificiale nel loro lavoro.
Riccardo D’Angelo, fisico di formazione, imprenditore/artigiano manufatturiero di prodotti immateriali come ama definirsi, si occupa pure di consulenza strategica alle aziende per l'adozione dell'intelligenza artificiale nei loro processi di produzione. Ma non soltanto. D’Angelo sta collaborando con l’Università di Catania per lo sviluppo della prima applicazione di intelligenza artificiale generativa nel campo della mobilità “as a service”.
Viviana Santanello, una laurea al DAMS all’Università di Bologna e varie specializzazioni in marketing, si occupa di comunicazione per un noto brand siciliano, ma è anche prompt designer e creative director. Nel suo lavoro quotidiano, sta sperimentando come l’intelligenza artificiale stia influenzando la creatività pubblicitaria, ottimizzando la creazione di video nelle campagne di marketing, migliorando la qualità degli script, senza però dimenticare che nei processi creativi l’uomo ancora oggi è un passo significativamente più avanti delle macchine e delle tecnologie.
Giovanni Emmi, dottore commercialista e revisore contabile, sta spingendo fortemente nella direzione di una modernizzazione della professione. Tra i primi ad aver supportato in Italia il fenomeno delle start up innovative, ha organizzato convegni ed incontri per promuovere il dibattito sull’uso dell’intelligenza artificiale a servizio della professione di dottore commercialista. Insieme al fratello Rosario, anche lui commercialista, hanno già introdotto sul mercato diversi applicativi per velocizzare con l’uso dell’intelligenza artificiale la predisposizione di alcuni documenti economico-finanziari di vitale importanza per le imprese.
Matteo Catania, manager dei processi produttivi in una piccola azienda catanese, si è da poco laureato in discipline aziendali all’Università di Catania. Da studente ha fatto uso autorizzato dal docente dell’intelligenza artificiale in una prova di esame di un insegnamento universitario. Nel suo lavoro in azienda, sta provando a coniugare aspetti quantitativi e qualitativi dell’intelligenza artificiale tanto nella programmazione delle attività routinarie quanto nel coinvolgimento di altre risorse umane all’uso delle nuove tecnologie.
Non mancano i profili etici sull’impiego sempre più diffuso dell’intelligenza artificiale.
Di questi parlerà Mirko Viola, imprenditore sociale ed innovatore, il cui scritto recente dal titolo “La ragione dell’algoritmo. C’è ancora spazio per l’immaginazione” (Il Regno-Attualità, 2024) solleva tantissime domande che, fra l’altro, hanno caratterizzato il seminario «Intelligenza artificiale, democrazia e partecipazione». Organizzato la scorsa primavera nell’ambito del secondo ciclo del seminario di formazione all’impegno sociale e politico promosso dal «Cantiere per Catania» e dall’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro dell’Arcidiocesi di Catania, con la collaborazione della Scuola superiore dell’Università degli studi di Catania, il seminario, del quale Viola è stato uno dei principali animatori, ha visto la partecipazione di padre Paolo Benanti, Professore presso Pontificia Università Gregoriana, consigliere di Papa Francesco sui temi dell'intelligenza artificiale e dell'etica della tecnologia, l'unico italiano membro del Comitato sull'intelligenza artificiale delle Nazioni Unite.