volta L’onda lunga che spinge i successi di Cateno De Luca non ha ancora perso la sua potenza, anzi l’acquisizione dell’ottavo deputato all’Ars, sia pure per soli 30 voti, gli dà ulteriore ossigeno. Si potrebbe fare un lungo elenco di “caduti” nella storica battaglia del 25 settembre, ma due, più di altri hanno colpito la sensibilità dell’opinione pubblica provinciale: Peppino Buzzanca e Luigi Genovese. Due storie assolutamente diverse, ma con risultati identici, entrambi sono fuori da sala d’Ercole. La cacciata dal paradiso sembra tuttavia avere prospettive diverse per i due soggetti. Mentre infatti per l’ex sindaco di Messina questa estemporanea avventura elettorale potrebbe essere l’ultimo capitolo di una carriera politica interrotta e che non è riuscita a ripartire, per Luigi Genovese le cose stanno diversamente. Buzzanca non si era rassegnato. Sfrattato da Fratelli d’Italia aveva trovato posto nelle liste della Lega. Ma è stato un flop soprattutto a Barcellona una volta territorio riserva di voti per lui e soprattutto per Nania che ha perso credibilità.
Genovese, dicevamo, è un giovane di 27 anni, rampollo di una famiglia facoltosa, con tradizioni e relazioni politiche importanti che inducono a ritenere che, al di là della possibilità tecnica di produrre un ricorso, possa considerare questa vicenda come un incidente di percorso, una superabile battuta d’arresto. Del resto era già noto che Genovese, già alla seconda legislatura, era in pole position per un assessorato, ma per la “dottrina Schifani” che prevede di distribuire le cariche dell’esecutivo ai deputati, resterebbe fuori da questa opportunità a meno che, tenendo conto del contributo di 9233 voti personali che ha dato alla causa del centrodestra, non si pensi ad una eccezione e concedergli una opportunità per sostenerlo. Se si pensa che il subentrante, Alessandro De Leo, candidato nella lista di De Luca, ha conseguito 3752 voti, l’esclusione di Genovese assume il sapore di una beffa che indubbiamente fa godere gli storici avversari del padre on. Francantonio Genovese, ma che preoccupa le persone di buon senso che vedono la crescita anomala del fenomeno deluchiano. Volendo dare uno sguardo complessivo all’elenco dei caduti del 25 settembre una figura importante è quella di Danilo Lo Giudice, unico deputato uscente aderente a Sicilia Vera, sindaco di Santa Teresa Riva, capolista della lista che non ha superato il 5% in cinque province. Una vera tragedia per il cerchio magico del “capo” che, per tenerlo buono lo propone come suo candidato alle elezioni europee del 2024. Altro caduto eccellente del clan è l’ex Sindaco di Lipari, Marco Giorgianni, cugino di Gianpiero D’Alia, personaggio della prima repubblica a cui il nostro deve dare conto. Con la costituzione dei governi Meloni e Schifani probabilmente alcune storie sospese saranno stabilizzate.