Sinistra: 4 programmi diversi, 4 priorità diverse; quattro strategie diverse.
Un solo interesse comune: “tengo famiglia”, e così si ricorre al “paracadute”, per rinnovare la politica, mantenendo vantaggi.
E arrivano a frotte avventurieri e soggetti vari.
I “nuovi” hanno pelo nello stomaco e tante maschere nell’armadio. Con rare eccezioni.
Aveva ragione il vecchio Nenni: “Quando ti consideri un puro, c’è sempre qualcuno più puro di te”.
Sono un garantista, ma non a corrente alternata. Anche perché l’elettore oltre alla moralità chiede: come è articolato il programma economico della sinistra? Come guiderebbero la macchina dello Stato se capitasse di essere loro i designati? Si contenderanno il volante i quattro “statisti”, che suonano uno spartito diverso? La constatazione negativa arriva da tutti gli “indicatori” della vigilia.
La voce popolare: si scontrino pure, tanto la gente che chiede armonia nella sicurezza, non li segue più.
Restano a lorsignori le etichette da incollare alla Meloni, a cui chiedono prove del sangue a ripetizione, di cui la gente ha già scoperto il finalismo: sparare sul nemico, temendone la “presa” elettorale.
Le prove generali le fecero con qualcuno che si travestì, guidando in quel tempo la Destra, da “antifascista” per compiacere quelli che ne sfruttarono la vanità, e lo lasciarono povero e pazzo.
La morale della Storia, resta l’unica seria regola nell’esercizio del giudizio; esaminate le prove, ha condiviso le norme di civiltà: non è il nemico che può vestirsi da giudice. Sono i fatti concreti che allontanano onesti dubbi e serie perplessità.
L’episodio della senatrice Segre, che ha tutti i toioli per meritare profondo rispetto, è prova luminosa contro sospetti infondati: aveva sposato un signore che si era candidato alle elezioni, in tempi lontani, nella lista dell’MSI di Almirante. L'iniziativa non fu gradita.
La guerra era finita da poco e le suggestioni erano più agevolate.
Alla fine, per riportare la pace in famiglia, il già candidato, ritirò la sua candidatura.
Si chiamava Alfredo Belli Paci, il marito di Liliana Segre.
Domanda attuale, ma con radici antiche: ma l’odio non va mai in vacanza?
In occasione della prematura morte di un avvocato, stroncato dalla leucemia a 62 anni, Nicolò Ghedini, storico legale di Berlusconi, alcuni conigli della tastiera, in una città civile, Catania, a volte irriconoscibile, hanno provato “gioia”!
Quando il vigneto viene irrorato con l’arsenico è inevitabile che il frutto sia tossico
Non ricorro a invettive. Segretario del PD, la invito a provare dolore, di più ancora se ha figli e nipoti. I presenti, per legge di natura se ne vanno.
Ma quale sarà l’eredità della convivenza, pur nella contrapposizione?