Lo dissi subito quando il sindaco Salvo Pogliese fu colpito per la prima volta dalla morsa, assurda, della legge Severino che ero suo amico e lo sarei rimasto. Una dichiarazione, sia ben chiaro, non politica. Un’amicizia non deve necessariamente essere legata o condizionata ad una appartenenza politica. Si può essere amici e basta. Ma l’amico, il mio amico, Salvo Pogliese ha scelto, lasciando una comoda, e ben pagata, poltrona al Parlamento europeo, di fare il sindaco e quindi come sindaco deve essere giudicato e non come amico. E chi giudica sono i cittadini, in questo caso i catanesi, che hanno visto la loro città degradare sempre di più. Innegabile. Certo al cittadino, e come dargli torto, poco importa se un mese dopo l’insediamento del 18 giugno, Pogliese è stato eletto il 10 giugno del 2018 con il 52,29 %, arriva subito, il 23 luglio, la sentenza della Corte dei Conti che dichiara il dissesto finanziario per il Comune di Catania. Dissesto per chi non lo sapesse, o fa finta di non sapere, significa impossibilità di spendere ma attenersi a un rigido piano di rientro. Un dissesto al quale Pogliese si è opposto, ma sapeva benissimo che non sarebbe servito a niente. Sei mesi più tardi il dissesto provocato, come la sentenza della Corte dei Conti ha chiarito, da quell’amministrazione che ha preceduto quella di Pogliese. Anche questo i catanesi dovrebbero non dimenticare visto che quell’ex sindaco, si proprio lui Enzo Bianco, minaccia di ricandidarsi come se niente fosse successo. Sarebbe come se il Pd ricandidasse Crocetta, il peggior governatore che la Sicilia abbia mai avuto. Ma ai catanesi non interessa, e non hanno torto, che il Comune è in dissesto. E non interessa nemmeno se le discariche dipendono dalla Regione che non è riuscita a trovare una soluzione definitiva per Catania. La realtà è che Catania è sommersa dalla spazzatura. Con chi prendersela? Col sindaco ovviamente. E con chi potrebbe pendersela il cittadino che si affaccia dalla finestra e vede cumuli di spazzatura puzzolenti? Certo i catanesi, anche i più critici, poco fanno per tenere la città un po’ più pulita. Cessi, bidet, materassi vecchi televisori, frigoriferi di tutto di più. Tutto in strada sotto casa, o meglio sotto casa del vicino, senza nemmeno pensare di andare al punto di raccolta di Picanello per certi tipi di rifiuti. Ma la colpa è del sindaco. Non ci piove. E anche i fuochi d’artificio che da almeno due anni vengono sparati con spaventosa puntualità a mezzanotte sono colpa del sindaco. Chi li spara? E soprattutto perché? Così come le scorribande di bande di giovanissimi a piedi e in motorino. Ma il sindaco non vede niente? Magari io, forse sbagliando, la stessa domanda la farei a Questore responsabile dell’Ordine pubblico e al Prefetto responsabile della sicurezza. Ma accusare il sindaco è più facile e più comodo politicamente parlando. Quando non si dimetteva era un vigliacco perché non lo faceva, ora che si è dimesso è un vigliacco perché lo ha fatto. Assolvo Pogliese? No. Lo condanno, avrebbe dovuto dimettersi subito e levare alibi a tutti. Dissesto, covid (scusante per tutti ma non per lui), e legge Severino non sono attenuanti. Salvo Pogliese avresti dovuto conservare il tuo posto al Parlamento europeo. Anche li hai sbagliato. Firmato: un amico