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Il rogo di Stromboli: 6 richieste di rinvio a giudizio

2024-08-28 23:02

Fabio Tracuzzi

Cronaca, Politica, Attualità, Focus,

Il rogo di Stromboli: 6 richieste di rinvio a giudizio

La Procura di Barcellona ha chiuso le indagini. Indagati quattro professionisti degli effetti speciali e le case di produzione. Accusa: disastro ambientale

Sono passati più di due anni. Un’attesa lunga. Lunghissima. Ma  finalmente dalla Procura di Barcellona, competente per territorio, un primo segnale di vita. Per quello che è stato un vero disastro ambientale a Stromboli nel maggio 2022, prima l’incendio che ha distrutto tutta l’isola durante le riprese di una fiction dal titolo beffardo, anche se poi cambiato, “Protezione Civile” e poi la drammatica alluvione di fine agosto sono arrivate le prime conclusioni. L’inchiesta avviata dai carabinieri di Stromboli in collaborazione con quelli di Milazzo è stata guidata dal Procuratore Giuseppe Verzera. Nessuna archiviazione come in tanti temevano, ma sei richieste di rinvio a giudizio. Gli indagati sono Matteo Levi, 63 anni, Roberto Ricci 68, Elio Terribili 63 anni e Luca Palmentieri 40 anni. Tutti esperti e professionisti nel settore degli effetti speciali. Le altre due richieste riguardano due società, la 11 marzo film srl e Best Sfx srls di Roma. Le accuse? Gravissime.  Disastro ambientale per gli incendi del 25 e 26 maggio 2022 e per le abbondanti piogge che non trovando ostacoli naturali, radici e alberi tutti bruciati, si sono riversate in paese trascinando pietre e fango riempendo case e strade.

Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, si legge nelle carte dell’inchiesta anche di «violazioni della normativa in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, ossia di non aver redatto un documento di valutazione dei rischi che tenesse adeguatamente conto del pericolo di incendio e di non aver attribuito specifico rilievo all’utilizzo di effetti scenici consistenti nella generazione di fuochi artificiali, mediante l’utilizzo di materiale altamente infiammabile, di non aver adottato alcuna adeguata misura atta a prevenire eventuali incendi, di non aver fornito ai propri dipendenti adeguata formazione in ordine ai rischi per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, alle procedure relative al primo soccorso, alla lotta antincendio, all’evacuazione dei luoghi di lavoro, nonché nel non aver adeguatamente formato il direttore di produzione, indicato quale preposto e non aver garantito la formazione specifica dell’unico addetto antincendio».

E del resto nei giorni del disastro avevamo subito sentito Tino Sidoti a quel tempo responsabile dell’Azienda foreste demaniali che era stato categorico: Si è vero, la competenza è nostra e posso dirvi che noi non abbiamo dato alcuna autorizzazione per accendere quel fuoco. Anzi, non abbiamo nemmeno ricevuto alcuna richiesta in tal senso dalla produzione”. Dichiarazioni ufficiali simili a una sentenza. Stromboli infatti è area protetta sottoposta a vincolo ambientale e riserva naturale.

Unica cosa positiva che sia nell’incendio che nell’alluvione non ci sono state vittime.  Come era prevedibile non è coinvolta la Rai che non ha prodotto la fiction. Aveva solo opzionato l’acquisto che è poi avvenuto. E adesso la Rai , fregandosene del parere degli strombolani e ignorando la promessa di arrivare a un accordo condiviso, ha deciso di mandarla in onda nei prossimi giorni. Protagonista della fiction Ambra Angiolini che fu l’unica, dopo l’incendio a restare sull’isola mentre tutti gli altri scapparono via come ladri. Ladri di sogni, di ricordi. Ladri di bellezza. Quel fuoco, per la scena finale non doveva essere acceso. Non era previsto nemmeno nel copione. E quel giorno, tra l’altro, a Stromboli soffiava un vento di scirocco non indifferente. E persino un bambino, pur non esperto di effetti speciali, sa che a Stromboli quando soffia lo scirocco non deve essere acceso nemmeno un fiammifero senza le dovute precauzioni.