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La generatività sociale ed economica. Presentato a Catania il nuovo libro di Rosario Faraci

2023-02-17 13:44

Redazione

Cronaca, Attualità, Cultura,

La generatività sociale ed economica. Presentato a Catania il nuovo libro di Rosario Faraci

Nient’altro che il futuro è il titolo dell’ultimo libro di Rosario Faraci, giornalista pubblicista e docente di Principi di management all’Università

Nient’altro che il futuro è il titolo dell’ultimo libro di Rosario Faraci, giornalista pubblicista e docente di Principi di management all’Università di Catania. Pubblicato per i tipi di Edizioni Sindacali (Roma), la casa editrice del sindacato nazionale Ugl, il libro di Faraci suggerisce una originale rivisitazione dei temi dell’impresa e del fare impresa in ottica generativa, cioè provando a trasferire all’economia e alla società intera il modello della genitorialità biologica e parentale che si fonda sul progetto di vita che gli adulti si propongono di costruire intorno ai figli e alle giovani generazioni. Insomma, una ventata di freschezza e uno sguardo speranzoso al futuro che supera la visione tradizionale del capitalismo industriale e speculativo.

La proposta culturale del professore catanese è stata definita suggestiva e provocatoria, come ha tenuto a precisare il segretario nazionale dell’Ugl Francesco Paolo Capone, nei giorni scorsi venuto appositamente da Roma a Catania per tenere a battesimo la nuova pubblicazione di Edizioni Sindacali. Sul modello di generatività di Faraci – ha precisato Capone – si può costruire una nuova stagione di relazioni industriali in Italia, superando la logica della contrapposizione a muso duro fra rappresentanze dei lavoratori e organizzazioni datoriali, evitando pure la brutta pratica del collateralismo fra sindacato e politica, rilanciando invece nuove occasioni di autentico dialogo fra tutte le forze in campo che siano però portatrici di nuove visioni dell’economia, dell’impresa e del fare impresa. In tal senso – ha puntualizzato il segretario generale di UGL – la contrattazione di secondo livello, integrativa rispetto a quella nazionale, potrebbe rappresentare un’occasione più unica che rara per vivificare, con un’ampia concertazione fra sindacati, imprenditori e amministrazioni locali, l’applicazione dell’articolo 46 della Costituzione, che auspica la compartecipazione dei lavoratori alla gestione d’impresa.

La presentazione del libro di Rosario Faraci è avvenuta alle Ciminiere, in una serata fredda e flagellata dal ciclone Medicane, che non ha impedito però ad un pubblico di attenti uditori di assistere a un interessante momento di confronto sui temi della generatività, aperto dal saluto di Giovanni Musumeci, il segretario territoriale della Ugl catanese, accompagnato da una folta rappresentanza di dirigenti locali delle varie sezioni del sindacato, i quali non hanno mancato di apprezzare la pronta disponibilità del segretario nazionale Capone a sostenere i colleghi catanesi per rilanciare con forza tutte le questioni locali più importanti sul tappeto, a cominciare dal rilancio della zona industriale di Catania, il vero cuore pulsante di tutte le attività economiche più importanti e ad elevato impatto del territorio.

È seguita poi una tavola rotonda, moderata dal giornalista economico Giambattista Pepi, con un confronto a più voci fra chi la generatività prova a viverla già nel mondo dell’informazione, delle imprese, della finanza e dell’editoria. Sono intervenuti: il direttore del quotidiano La Sicilia Antonello Piraneo; la presidente di Federmanager Sicilia Orientale Marian Conigliaro; il presidente di Ance Sicilia Giovani Marco Colombrita; il direttore generale della Banca Agricola Popolare di Ragusa Saverio Continella; la direttrice della collana Pensiero Sindacale di Edizioni Sindacali Ada Fichera. Tutti concordi nel ritenere che il vecchio modo di fare impresa, autoreferenziale e unicamente orientato alla dimensione economica del profitto, è ormai tramontato. Adesso c’è più attenzione – soprattutto da parte delle giovani generazioni – ai temi della sostenibilità, della responsabilità sociale, della diversità, equità ed inclusione. Per venire incontro a tale domanda di cambiamento, occorrono però nuove competenze e professionalità per gestire la transizione e per questi motivi è assolutamente fondamentale un nuovo dialogo intergenerazionale fra giovani e adulti.

    

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