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Non si esce più dal ciclo dei Vinti. Ma la Sicilia è molto altro

2022-11-14 19:59

Rosario Faraci

Cronaca, Attualità, Focus,

Non si esce più dal ciclo dei Vinti. Ma la Sicilia è molto altro

Non tutto è negativo. Nei servizi sanitari, ad esempio, la Sicilia va bene

Se ci fosse un indicatore di civiltà, ma comunque sarebbe difficile da determinare numericamente, probabilmente la Sicilia e il Mezzogiorno meriterebbero di stare in fondo alle graduatorie sulla qualità della vita. Così ci hanno voluto sottolineare in tanti, ovviamente Siciliani di residenza, non appena si sono imbattuti in questa nostra contro-indagine sull’indagine di Italia Oggi e Università La Sapienza uscita proprio una settimana fa come oggi.

Può darsi, ma fino a prova contraria quella graduatoria si basa su proxies, variabili misurabili, che non sempre condannano la Sicilia e le province meridionali. Anzi in alcune voci di indagine il Nord più ricco e presumibilmente più civile è messo peggio del Sud. Solo che, alla fine della fiera, a perdere sono sempre e soltanto le aree più periferiche del Paese e a guadagnare le posizioni di vetta solo le province del Nord produttivo ed economicamente più solido. È una semplice constatazione, non esiste sindrome del brutto anatroccolo.

Proseguiamo la nostra analisi sul rapporto sulla qualità della vita e analizziamo adesso la dimensione “Istruzione e Formazione”. Bologna, Trieste, Trento, Milano e Ancona capeggiano questa sezione della graduatoria. Nelle ultime cinque posizioni ci sono Foggia, Napoli, Trapani, Caltanissetta e Crotone. Catania e Palermo si trovano rispettivamente al 99° e al 100° posto. Analizzando le singole sotto-dimensioni si dovrebbe avere più chiaro il perché di quel posizionamento.

Alla voce “Partecipazione alla scuola dell’infanzia” (sono dati tratti dall’indagine BES di Istat), Caltanissetta (al 102° posto) è l’ultima delle province siciliane. Catania e Palermo sono al 97° e al 98° posto. Enna, in settantanovesima posizione, è la più virtuosa dell’isola. Guardando alle persone in possesso almeno di un diploma di istruzione secondaria Caltanissetta è la maglia nera in Italia; Palermo e Catania sono all’ottantanovesima e alla novantaquattresima posizione. Riferendoci invece alle persone in possesso di laurea e altri titoli terziari, con Bologna saldamente al primo posto anche nelle due graduatorie appena menzionate, Messina figura al 103° posto, Catania al 101° e Palermo al 76°. Analizzando la partecipazione a programmi di formazione continua, Caltanissetta è la penultima provincia in Italia; Catania è al 73° posto, mentre Palermo è all’86°.

Poi ci sono due voci che riguardano gli studenti. La prima graduatoria è inerente agli studenti con adeguate competenze alfabetiche. Agrigento è una delle province più “ignoranti” di Italia trovandosi in penultima posizione. La precedono di una lunghezza Palermo ed Enna mentre di due lunghezze Trapani. Catania è al 95° posto. Le province più virtuose in Italia sono Belluno, Aosta e Sondrio. La seconda graduatoria è relativa agli studenti con adeguate competenze numeriche. Sondrio, Belluno e Lecco sono le migliori del Paese; ancora una volta una provincia siciliana, al penultimo posto, è fra le più ignoranti. Si tratta di Agrigento (al 106° posto), preceduta di una lunghezza da Palermo e di quattro da Caltanissetta. Ma tutte le siciliane sono in basso.

Riepilogando, in tema di Istruzione e Formazione la Sicilia è messa male. Non è una novità, ma non capiamo però come questo deficit possa correlarsi con una bassa qualità della vita nell’isola.

Una dimensione dell’indagine è quella sulla “Popolazione”. In questa graduatoria parziale, Bolzano, Trento, Bergamo, Monza e Verona sono ai primi cinque posti; in fondo ci sono Oristano, Trieste, Campobasso, Isernia ed Enna.

Il posizionamento in graduatoria è determinato da una serie di variabili di natura demografica. Ad esempio, c’è il tasso di mortalità per 1000 residenti o il numero di emigrati ogni 1000 residenti. In entrambe le voci non si registrano criticità, anzi Ragusa è al 18° posto per minore incidenza del tasso di mortalità e Agrigento (al 5° posto) e Caltanissetta (all’8°) sono fra quelle che hanno un minor numero di emigrati.  Poi ci sono i classici indici di dipendenza strutturale, di dipendenza degli anziani, di vecchiaia. Ancora il numero di immigrati ogni 1000 residenti (dove Caltanissetta è penultima in graduatoria); i nati vivi ogni 1000 residenti dove Ragusa è la seconda provincia più virtuosa in Italia, mentre Catania è terza e Palermo è quinta. C’è il numero medio di figli per donna: anche in questo caso, Ragusa, Catania e Palermo sono tra le prime cinque province più virtuose del Paese. Negli indicatori di speranza di vita alla nascita e di speranza di vita a 65 anni, entrambi tratti dall’Istat, Agrigento, Caltanissetta e Siracusa sono in coda alla graduatoria.

Un’ulteriore dimensione presa in esame dall’indagine è quella sul “Sistema Salute”. Nella graduatoria parziale., Agrigento è al 92° posto, Trapani all’84° e Siracusa al 78°. Però Messina è al 9° posto, Palermo al 13° e Catania al 24°. Finalmente una buona notizia. I servizi sanitari si attestano su livelli buoni nelle tre città metropolitane della Sicilia.

Il dettaglio di questa macro-voce è contenuto nelle sotto voci che la compongono: posti letto in reparti specialistici (dove Messina è all’11° posto), apparecchiature diagnostiche (Caltanissetta è al 6° e Palermo al 7°), posti letto in ostetricia e ginecologia (Enna è al 12° posto, Catania al 21°), posti letti in cardiologia, cardiochirurgia e unità coronariche (Messina è al 1° posto), posti letto in terapia intensiva (Catania, la prima delle siciliane, è al 16° posto), posti letto in reparti di oncologia (Catania, prima in Sicilia, è al 14° posto), numero di acceleratori lineari (Caltanissetta è al 4° posto e Catania all’11°), gamma camere ogni 100 mila abitanti (Ragusa ed Enna sono rispettivamente al 3° e 4° posto, mentre Palermo è al 7°), apparecchiature per imaging a risonanza magnetica (Palermo è al 13° posto in Italia), numero di TAC (Caltanissetta è al 2° posto).

Un’ulteriore dimensione di analisi del rapporto di Italia Oggi e La Sapienza di Roma è il “Tempo libero”. Anche in questa macro-voce, le province siciliane non sono messe bene. Siena, Rimini ed Aosta sono le più virtuose del Paese, ma Caltanissetta è al 106° posto ed Enna al 104°. Agrigento si trova al 102° posto, Palermo al 99°, Catania al 95°, Siracusa al 94°, Trapani all’88°, Ragusa all’82°. Messina è l’unica siciliana virtuosa, piazzandosi al 58° posto.

Entrando nel dettaglio, anche se gli ultimi dati disponibili si riferiscono al 2017, e dunque a cinque anni fa, nella sottodimensione delle strutture dedicate al turismo Catania è all’ultimo posto in Italia; per strutture dedicate al tempo libero, Caltanissetta è al 106° posto; per numero di agriturismo, Caltanissetta (al 94° posto) è la provincia meno virtuosa fra le siciliane. La provincia nissena è ancora ultima in Italia per numero di alberghi e di ristoranti. Per numero di bar e caffè ogni 100 mila abitanti, ma ribadiamo i dati sono al 2017, Catania è ultima in Italia. Per sale cinematografiche è Caltanissetta (al 98° posto) la più penalizzata fra le province siciliane. Agrigento è penultima nel Paese per numero di palestre, ma ci sono anche Enna e Caltanisetta fra le ultime cinque. Per associazioni ricreative, artistiche e culturali Caltanissetta è centesima, Catania è all’85° posto e Palermo al 64°. Per numero di librerie ogni 100 mila abitanti, Caltanissetta è ancora penultima, Palermo è al 96° posto, Catania al 58° e precede di tre lunghezze Milano. Ragusa è al 27° posto.

Infine, c’è la voce “Reddito e Ricchezza”. Nelle prime cinque posizioni della graduatoria italiana ci sono Milano, Bologna, Monza, Piacenza e Bolzano. Nelle ultime cinque, ci sono tre province siciliane: Catania (al 103° posto), Ragusa (104°) e Agrigento (106°). Analizzando le voci di dettaglio, per reddito disponibile pro-capite Ragusa è al 103° posto; per RAL (retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti), Trapani è la penultima in Italia. Palermo e Catania sono rispettivamente al 74° e 75° posto con una RAL media che è la metà di quella di Milano (al primo posto in Italia). C’è poi la voce importo medio annuo pensioni, con Caltanissetta, Trapani, Ragusa, Enna ed Agrigento fra le ultime dieci province in Italia. Per ricchezza patrimoniale pro-capite Enna è quart’ultima in Italia, ma per questa graduatoria i dati di riferimento sono vecchi di cinque anni.  C’è anche una graduatoria relativa al prezzo al mq per un appartamento nuovo in zona semicentrale. Qui la classifica è inversamente proporzionale al maggior costo. Infatti, Agrigento, Caltanissetta, Ragusa e Trapani sono entro le prime cinque posizioni in graduatoria. Palermo (al 28° posto) è meno costosa di Catania (35°). Per variazione dei prezzi al consumo, Catania si prende la maglia nera del Paese (in questo caso, i dati sono aggiornati al 2021). Per sofferenze bancarie dei prestiti alle famiglie, Ragusa è all’ultimo posto in Italia. Di appena una lunghezza la precedono Agrigento, Catania e Siracusa. Infine, c’è la voce percettori di pensioni di basso importo.

Siamo giunti alla fine di questa analisi che presenta luci ed ombre, più le seconde delle prime. Sulla completa scientificità dell’indagine di Italia Oggi e La Sapienza di Roma i dubbi non sono pochi, e non siamo noi i soli a dirlo, perché i dati non sono tutti omogenei, la corrispondenza fra macro-voci e sottodimensioni di dettaglio non è sempre piena, i pesi attribuiti alle diverse variabili per arrivare alla valutazione finale non sono esplicitati.

Però questa è la graduatoria in base alla quale ogni anno si alimenta la narrazione su vincitori e vinti. I Siciliani, in ossequio al verismo di Giovanni Verga, non riescono però mai ad uscire dal ciclo di vinti. Ca va sans dire. 

Quarta puntata - fine.