Sembra che ci siano due pesi e due misure quando, nelle valutazioni finali riguardanti la qualità della vita, lo studio di Italia Oggi e Università La Sapienza condona ad alcune province qualche insufficienza e penalizza di più altre province facendo pesare maggiormente il punteggio negativo parziale. Ad esempio, Milano è quinta in Italia per qualità complessiva della vita, ma è penultima nella sottodimensione reati e sicurezza. Perché quest’ultima voce pesa meno di altre nella graduatoria finale sul benessere?
Ormai sembra che ranking e classifiche servano più agli estensori e a coloro i quali non aspettano altro che confermare le narrazioni dominanti. Ogni anno si introducono nuove variabili di analisi, ma la musica non cambia. Le province meridionali, e la Sicilia in particolare, sono sempre più giù in termini di qualità della vita.
Analizziamo proprio la dimensione reati e sicurezza. Pordenone, Benevento, Treviso, Siena e Cuneo sono le prime cinque province più virtuose del Paese; Foggia, Prato, Rimini, Milano e Bologna sono agli ultimi posti. Il paradosso è che la città felsinea è la peggiore in Italia per criminalità, ma risulta “premiata” come terza per qualità della vita complessiva. A meno qualità della vita significhi qualcos’altro.
La provincia siciliana più virtuosa è Ragusa al 30° posto, quella più critica è Siracusa al 96° posto. Palermo e Catania, le due città più grandi dell’isola, sono all’85° e all’89° posto rispettivamente. Messina, la terza delle città metropolitane regionali, è al 43° posto.
Elaborando dati Istat, l’indagine di Italia Oggi ha preso in esame alcune sottodimensioni esplicative della voce reati e sicurezza. In termini di omicidi volontari per 100 mila abitanti, Caltanissetta è il fanalino di coda di una graduatoria che vede Aosta, Benevento e Biella le più virtuose in un gruppone di testa che ricomprende anche Enna. Palermo è al 55° posto, Catania è all’86°.
Per omicidi colposi e preterintenzionali (calcolati sempre per 100 mila abitanti), Caltanissetta è al 90° posto, la peggiore fra le province siciliane, mentre Palermo è alla quarantaquattresima posizione e quindi è la migliore. Per tentati omicidi, sempre Caltanissetta è al 90° posto, mentre Palermo è al 44°. In questa voce sono rispettivamente la peggiore e la migliore di Sicilia. In termini di lesioni dolose e percosse, Trapani sta al 104° posto, mentre Palermo al 41° e Catania al 42° sono le più virtuose. Per violenze sessuali, Nuoro insieme a Benevento ed Aosta sono le tre province migliori, Trapani è undicesima, Catania ventesima, mentre Enna risulta la peggiore tra le siciliane posizionando al 98° posto. Per sequestri di persona, Agrigento è fanalino di coda in Italia con 3,32 delitti del genere commessi ogni 100.000 abitanti.
Poi ci sono i reati connessi al traffico di stupefacenti, con Enna tra le più virtuose in Italia, al 13° posto, mentre Siracusa è al 102° posto e segue di una posizione Milano. Nei reati connessi allo sfruttamento della prostituzione, Agrigento è il fanalino di coda della Sicilia (95° a livello nazionale), mentre Ragusa è la più virtuosa trovandosi al 36° posto. Per scippi e borseggi, Enna è in assoluto la provincia più sicura in Italia, trovandosi al primo posto; Milano è ultima. Catania è il fanalino di coda della Sicilia, ma si trova al 72° posto a livello nazionale.
Per furti d’auto, Sondrio, Pordenone e Belluno sono le province più tranquille, la prima delle siciliane è Enna, Catania è la peggiore trovandosi anche al 103° posto in questa graduatoria parziale. Per furti in appartamento, Messina è tra le province più sicure in Italia, essendo al terzo posto. Enna è dodicesima. Trapani è l’ultima delle siciliane e si posiziona al 94° posto.
Per estorsioni, a Trapani viene affibbiata una delle maglie nere, trovandosi al penultimo posto, mentre Ragusa è la migliore tra le province siciliane (25° a livello nazionale). Per rapine in banche e uffici postali, Enna è in coda (in senso negativo ovviamente), collocandosi al 103° posto. Ragusa invece è nel gruppone delle prime per virtuosità. Poi ci sono le truffe e le frodi informatiche, dove Caltanissetta (all’85° posto) è la peggiore tra le siciliane, mentre Agrigento è la più virtuosa trovandosi in ventiquattresima posizione.
Un’altra importante dimensione analizzata nello studio di Italia Oggi e della Sapienza è la sicurezza sociale. Nel ranking finale. Siracusa è ultima in Italia, Messina penultima, ma praticamente quasi tutte le province siciliane sono in coda. La migliore, per così dire, è Trapani al 79° posto. Ma quali sotto-dimensioni ha preso in considerazione questa macro-voce in cui Cuneo, Asti, Fermo, Trieste e Biella sono le province più virtuose d’Italia?
Sono stati analizzati: infortuni sul lavoro, morti per tumore ogni 100 morti, morti e feriti per incidenti stradali, suicidi. In queste voci, a dire il vero, non si registrano criticità per le province siciliane. Anzi, qualcuna come Enna (ad esempio per morti per tumore sul totale dei deceduti) è fra le più virtuose in Italia.
Poi c’è il tasso di disoccupazione giovanile fra 15 e 24 anni e qui, ovviamente, la Sicilia è maglia nera dell’intero Paese, con quattro province (Messina, Palermo, Enna e Agrigento) agli ultimi quattro posti. Sarà forse questa voce che viene fatta pesare più delle altre per declassare la Sicilia a peggior posto in cui vivere in tutta Italia?
Analizzati pure i reati a sfondo sessuale contro minori, le dimissioni di pazienti in TSO, il numero dei disabili ogni 1000 residenti, la variazione della mortalità rispetto al quinquennio 2015-19 tra gli under 65 anni, la stessa voce ma calcolata sugli over 65. In queste due ultime voci, ad esempio, è rispettivamente penultima ed ultima in Italia. Poi ci sono i casi registrati di Covid ogni 1000 abitanti: per virtuosità Enna e Trapani sono rispettivamente sesta ed ottava, Agrigento è undicesima e nessuna criticità si registra per le altre province.
La maglia nera le province siciliane tornano a prenderla quando si analizza il tasso di NEET, ovvero di giovani che non lavorano e non studiano. Se Verona, Bologna, Belluno, Alessandria e Vicenza sono ai primi cinque posti per virtuosità; Messina, Napoli, Catania, Taranto e Caltanissetta sono specularmente agli ultimi cinque. Questa è una vera piaga sociale obiettivamente ed è la conseguenza di tanti problemi esistenti tanto nel mondo della scuola quanto in quello del lavoro.
Vuoi vedere che è per questi primati di “nullafacenza” che al Sud la qualità della vita rimane sempre la peggiore che ci sia in tutto il Paese?
terza puntata - continua